Il ricordo su Carlo Mazzei
di Giustino Fortunato.
Di Luca Luongo
Considerato il padre nobile del meridionalismo, cio
di quella branca della politica che si occupa dei problemi e delle necessit
del Mezzogiorno dItalia, Giustino Fortunato (1848-1931) stato anche uno
storico delle vicende della nostra Basilicata.
La sua attivit di storico
principalmente ricordata per i suoi studi sul Medioevo, in particolare per la
zona del Vulture. Ma Fortunato fu anche testimone,
giovanissimo, del moto risorgimentale e del compimento dellUnit dItalia. In
un suo celebre discorso sullargomento, Per
le lapidi a martiri della Patria, pronunciato a Potenza il 20
settembre 1898, Fortunato ripercosse, tra studi e ricordi personali,
quellepopea cos come fu vissuta da noi lucani. E Fortunato non manca di
ricordare due avvenimenti legati alla nostra Maratea: il passaggio di Garibaldi
in barca davanti la nostra costa e il sacrificio del nostro concittadino Carlo Mazzei (1843-1860)
Al 1860 finisce unepoca, e unaltra incomincia scrive Fortunato . Incomincia
con quel grande moto di popolo, che parte da Corleto
il 16 agosto e si accentra a Potenza il 18, quando non ancora i Mille di
Marsala, tra i quali un chiaro cittadino di Matera, Giambattista Pentasuglia, e un altro nostro comprovinciale di adozione.
Achille Argentino, nativo di SantAngelo de Lombardi,
che sar primo e degno deputato di Melfi, sono a Reggio di Calabria. Nel fulmineo scontro, in citt, fra gendarmi e guardie nazionali,
tre de nostri restano morti: Giovanni Crisci, di Pietragalla, artigiano, di 19
anni; Luigi Guerreggiante, di Potenza, studente, di 24; Giosu Romanello, di
Laurenzana, operaio, di 20. Troppo doleva che essi fossero cos presto
dimenticati, che non un segno, non un motto ne
ricordasse a posteri la cara memoria!
Quindici giorni dopo continua Garibaldi attraversa
lestremo lembo della nostra provincia. Nel diario, cos poco noto, del
Bertani, cenno di quel grande avvenimento. Il 2 settembre (egli scrive)
Garibaldi, Cosenz, Rosagutti,
Nullo, Gusmaroli ed io partiamo
da Castrovillari, in carrozza, alle 5 antimeridiane; ovazioni a Morano: il capo
deglinsorti di Potenza ci annunzia essere pronti duemila volontari. A Rotonda
troviamo tutti giulivi, e mandiamo un individuo a Sapri con ordini per Trr. Alla sera, sui muli, cavalchiamo per strade orribili:
il generale in testa, noi seguendo in silenzio. La luna splende
su monti, laria fresca ci tiene svegli. Arriviamo allalba in vista
della spiaggia. Giunge una barca da Maratea; tutti e sette vi entriamo. Il generale si stende a prora, e noi lo copriamo
con la vela. I due remiganti lentamente vogano, sotto il cocente sole, e l
dorme pacifico chi porta con s il futuro destino dellItalia una. Che emozione! Le memorie del passato si affollano con le
speranze del presente. Garibaldi si desta. Il nome di Carlo Pisacane su le
labbra di tutti. Cosenz tace, visibilmente commosso.
A Sapri, su la spiaggia, accampati in buon ordine, i volontari della legione Trr acclamano il generale. Egli li carezza con gli occhi e
li anima con la parola.
Lannunzio dato a Garibaldi in Morano, non era una fiaba: su lo
scorcio del settembre la brigata lucana, formata in
maggioranza de volontari di Basilicata, era gi acquartierata in Aversa. Essa
non prese parte alla battaglia del 1 ottobre; ma tra molti che in quel giorno
lasciarono la vita a Ponti della Valle, furon due de nostri, Carlo Mazzei, di
Maratea, e Francesco Abalsamo, di Senise. Il Mazzei, fuggito nascostamente di
casa, si era arruolato tra Cacciatori delle Alpi, di passaggio per Lagonegro:
tardi, in Napoli, lo aveva raggiunto il padre. Ferito al collo, continu
valorosamente a combattere, finch fu spento da una palla bavarese in petto.
La comunit di Maratea lo
ricorder intitolandogli la strada che portava a casa sua, verso Capo Casale. Noi speriamo di continuare a ricordare
il suo sacrifico, oggi 17 marzo 2017, 156esimo anniversario della proclamazione dellUnit
per questa Italia, bella o brutta che sia, ma che comunque figlia di grandi
sacrifici: e come tale, sempre preziosa.