Chiese e cappelle di Maratea dedicate agli Arcangeli.
di Luca Luongo
Il 29 settembre il giorno in cui la Chiesa
festeggia gli Arcangeli. Tradizionalmente sono identificati con le figure di
Michele, Gabriele, Raffaele, Uriele, Raguele, Zerachiele e Remiele. A livello popolare, per, soltanto i primi tre
hanno goduto di una certa fama devozionale.
A Maratea soltanto gli arcangeli Michele e Raffaele
hanno avuto dedicata una chiesa o cappella. Vediamo quali erano.
San Michele.
Tre interi sacelli sono stati dedicati all'arcangelo
Michele negli attuali confini del territorio di Maratea.
Il primo quella tradizionalmente chiamata Grotta
dell'Angelo: non sempre si tiene presente che l'angelo in
questione sarebbe proprio S. Michele, raffigurato nell'affresco sopra l'altare.
Secondo, la chiesa all'interno del castello di
Castrocucco. Un tempo dedicata a S. Maria, sarebbe poi stata intitolata a S.
Michele secondo quanto scrive Francesco Russo (1908-1991) nella sua Storia
della diocesi di Cassano Jonico. Ci risulterebbe da una Platea vescovile
del 1650: ad oggi non ho mai potuto verificare tale asserzione, per cui la
riporto per cronaca.
Terza, e probabilmente la pi recente, era la
cappella a Marina di Maratea. Si trovava in un casaleno
colonico di un oliveto. In origine era di propriet della famiglia Ventapane,
poi pass diverse volte di mano. Come ho scritto in un altro articolo, di
questa cappella esiste una descrizione e si trovano notizie nell'archivio
parrocchiale.
Aveva il Çsuo Altarino, e Nicchia, colla
Statuetta di S. Michele in alabastro, colla sua vetrata avanti, e fornita di
tutti quelli utensili bisognevoli per la medesima; come pure lĠacquasantiera di
Pietra, ed uno stipetto, per riponerci gli utensili
della detta, e sopra lĠistessa vi unĠArchetto con
una Campanella di bronzo, per chiamarsi la gente del Villaggio nelli giorni festiviÈ. Ad oggi sopravvissuta solo
l'acquasantiera.
Dal 1817 la cappella di S. Michele assolse le
funzioni di chiesetta filiale durante la stagione della raccolta di olive, cio
quando c'era la maggiore frequentazione della zona.
Nelle conclusioni clericali della parrocchia
di S. Biagio annotato anche che: Çgli abitanti del Villaggio della Marina
lĠanno passato richiesero in tutte le Feste un Sacerdote per celebrare la Messa
in quella Chiesa di S. Michele Filiale di questa Parocchia
[sic], e quantunque sin da tempi antichi sempre questo Clero e Capitolo
tanto pratticato [sic] aveva, specialmente in
tempo della raccolta delle Olivi; pure per la mancanza deĠ Preti, si fece a sudetti sentire, che se li dava il permesso di potersi
provvedere altrove di Sacerdote, o secolare, e Regolatore come di fatto si providero [sic] in persona del Sacerdote D. Vincenzo
Labanchi di Maratea inferiore, il quale lodevolmente h istruito queĠ Ragazzi neĠ
Rudimenti della Dottrina Cristiana, e tuttavia ci continua a prestare un tale
officioÈ. Poi, nel 1819, la zona di Marina pass sotto l'influenza della
parrocchia di S. Maria Maggiore.
San Raffaele.
Era una cappella posta nei pressi della piazzetta
Pietra del Sole nel centro storico.
Nel suo manoscritto, Biagio Antonio Iannini (1865-1950) riferisce che la cappellina apparteneva
alla famiglia Latronico e poi fu venduta ai Bombace.
Una pianta catastale di inizio secolo scorso parrebbe identificarla a monte
della piazzetta, ma oggi non ne rimane traccia alcuna.
Sempre nel manoscritto, Iannini scrive: Çin tale Cappella trovasi unĠurna marmorea cineraria molto antica, e la tradizione dice che sia stata trovata nella contrada Fiumicello detta Santa Venere. Si vuole che quella contrada fosse stata abitata da una colonia greca. SullĠurna vi una scritta in lingua greca che io trascrivo fedelmente: ΙΑΛΥΕΟΝ ΕΤΕΡΖΑΕ ΕΤΑΤΕΙΑΟΕ ΕΥΕΣΒΗ ΑΝΔΡΑ.È