13 luglio, il compleanno della colonna.
Di Luca Luongo
il pi antico
monumento civile di Maratea conservatosi fino ai giorni nostri. Da 259 anni
un punto di riferimento e compagna nel centro di Maratea: il 13 luglio 1758
veniva eretta la colonna di S. Biagio.
(Per
la ricorrenza pubblico qui il passaggio dedicato al monumento nella mia Enciclopedia di Maratea, opera che mi
sta richiedendo ad ora sette anni di lavoro, ma che, prometto solennemente,
un giorno vedr la luce e sar pubblicata. Allopera finita rimando per le
precise indicazioni archivistiche e bibliografiche.)
La colonna.
Fino al 1704, una
colonna di marmo, non si sa quanto antica, giaceva nel fondale dirimpetto la spiaggia di Cala Jannita.
Una incerta tradizione, racconta il sacerdote Paolo DAlitti (1676-1728), legava questa colonna di origine ignota
a una delle versioni del racconto leggendario dellarrivo delle reliquie di S.
Biagio a Maratea. Per la reale o presunta somiglianza del marmo della colonna a
quello della cassa custode del torace del sebasteno,
la colonna da tempi antichissimi sempre
sՏ da i paesani chiamata la colonna del Santo.
Desiderando far luce sulla questione, la
cennata colonna, racconta ancora DAlitti, lanno mille settecento, e quattro fu
pescata, e condotta nel porto della Citt inferiore. Ma rest delusa la
speranza di trovarvi effige, iscrizzione [sic] alcuna, chaveria [sic]
dato lume alla verit del racconto.
La colonna rimase
quindi abbandonata sulla spiaggia del Porto per oltre cinquantanni, ma la
tradizione che quella fosse la colonna del santo rimase vivissima, tanto che,
riferisce Carmine Iannini (1774-1835),
quando si costru il monumento per
non urtare col Volgo, e per renderlo in qualche maniera sodisfatto, procedendo
con prudenza, vi fece scrivere: in hac, dicitur, columna passus: nel che da
notarsi quel dicitur, che importa una voce, senza
fondamento.
La statua.
La statua di S. Biagio
a figura intera posta sul monumento certamente opera di una bottega
napoletana. La scultura in marmo, la pastorale di
bronzo. Lo scultore ignoto: in nessun archivio, finora, sՏ trovata traccia
dellautore; n, tantomeno, sono mai state rinvenute firme sullopera stessa.
La statua venne portata da Napoli a Maratea via mare,
trasportata sullimbarcazione di Cataldo Iaccarini,
mercante marateota originario di Massa Lubrense.
Sbarc al Porto il 24
giugno 1758, accolta a suon di fuochi dartificio, rimanendo per otto giorni in
pubblica adorazione. Poi, racconta il reverendo Gennaro Buraglia
(1831-1921), il giorno 1. Luglio si
sal in citt accompagnato da due Sacerdoti, da molti
notabili ed immenso popolo. Ai 13 detto mese poi, dopo
celebrata Messa solenne con panegirico nella Chiesa della SS.ma Annunziata, e benedetto dallArciprete D. Francesco
Antonio Vita Diodati, con immensa gioia di tutto un
popolo plaudente, fu elevato sulla colonna a perenne luce e custodia della
nostra citt.
Sotto
il piedistallo della colonna, un dado di blocchi di pietra smussati.
Ai quattro lati della base ci sono quattro lapidi. Nei
due laterali sono scolpiti lo stemma di Maratea e quello di Carlo Borbone, re
di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1759. Nel frontale e nellopposto si legge
unepigrafe che sarebbe stata dettata da Alessio
Simmaco Mazzocchi (1684-1771), decano di Capua e celebre erudito dellepoca.
Lepigrafe recita: Divo Blasio martyri invicto / Marathensium
civitatis / patrono atque opitulatori / pro meritis in se omni indulgenthia /
exmiaque largitate collatis / ordo populusque. (Al
santo Biagio martire invitto, patrono e difensore della cittadinanza marateota,
per le grazie ad essa elargite con grande generosit, lautorit ed il popolo
[pose]). Altra iscrizione quella sulla colonna e recita: In hac dicitur columna passus (Su
questa colonna, si dice, venne flagellato), di cui
gi si parlato.
Illuminazione.
Quando
fu realizzata, la colonna chiudeva la prospettiva del corso centrale del Borgo.
La una lunga, e larga Piazza
dellabitato, scriveva Francesco Sacco nel 1796, era chiusa e abbellita dai due Obelischi di
marmo, che rappresentano luno
La colonna balla
ma non cade.
Successivamente,
quando il corso divenne un tratto della strada carrabile che attraversa il
paese, la posizione del monumento divenne fattore di criticit: posta comera,
lasciava soltanto pochi metri di spazio al traffico dei veicoli.
In un progetto di allargamento della piazza dellabitato del 1941, si
formulava per la prima volta lidea dello
spostamento della statua di S. Biagio che attualmente ubicata, poco discosta,
nel centro della via lasciando una
larghezza libera per il transito di appena m. 3.00 assolutamente insufficiente
e che si rende pericoloso in quel tratto il transito dei veicoli (cos si
legge in una delibera podestarile dellepoca).
I timori erano pi che
fondati. Il 16 settembre 1943, un piccolo autoblindo and a
urtare la base della colonna, provocandone la rotazione ma, miracolosamente,
non la caduta. Incuranti, i soldati Alleati volevano abbattere definitivamente
il monumento perch ostacolava il passaggio, ma furono bloccati dalla
popolazione inferocita. Si riusc ad accordarsi demolendo il muro della casa
prospiciente.
Il monumento secolare
si salv dalla distruzione, ma, per decenni, conserv le tracce dellincidente,
essendo rimasta la parte superiore della base vistosamente
ruotata, in senso orario, rispetto alla inferiore.
Pulizie di primavera.
Non esistono dati su
interventi di restauro nei primi due secoli di vita del monumento. Nel 1988 ci
fu il primo e importante intervento al complesso, che venne
addirittura smontato, pezzo per pezzo, e inviato a Roma per essere restaurato a
spese del Ministero dei Beni Culturali. Nelloccasione del rimontaggio a
Maratea sono state cancellate le tracce dellincidente del 1943.
Nel maggio 2011 cՏ
stato un altro piccolo intervento, stavolta di mera pulizia della statua
marmorea del santo dalla sporcizia accumulatasi a
causa del gas di scarico del traffico veicolare. Lintervento stato effettuato con una idro-pulitrice e si esteso anche ai
vicini leoni decorativi della chiesa dellAnnunziata.
Lanno prossimo.
Purtroppo nel 2008 non
si trov occasione di festeggiare il 250esimo anniversario del monumento.
Speriamo di poter veder rimediata la dimenticanza lanno prossimo, in occasione
del 260esimo: sarebbe non solo un bel gesto, ma il segno di una pi concreta,
seppur ancor piccola, presa di coscienza del nostro
patrimonio artistico.