I caduti dellĠassedio di Maratea del 1806.

di Luca Luongo

 

Sarˆ pubblicato nelle prossime settimane il numero per lĠanno 2016 dellĠArchivio storico per la Calabria e la Lucania, la prestigiosa rivista scientifica curata in seno allĠAssociazione per gli Interessi del Mezzogiorno dĠItalia, con sede a Roma. Fondata nel 1932 da Umberto Zanotti Bianco e Paolo Orsi.

Per la prima volta, la prestigiosa rivista ospita un saggio storico interamente dedicato a Maratea.

Il breve scritto (alle pp. 147-58) riguarda lĠassedio al Castello di Maratea del 1806, conclusosi questo giorno di duecentodieci anni fa.

ComĠ noto, dal 4 al 10 dicembre il marateota Alessandro Mandarini (1762-1820) comand˜ un pugno di irregolari e sbandati contro quattromila e oltre soldati napoleonici guidati da Jean Maximilien Lamarque (1770-1832).

Il racconto dellĠassedio  giunto sino a noi grazie ad autori come Luigi Maria Greco, annalista calabrese, e al riassunto di una memoria di un cittadino di Maratea fatto dal gen. Giuseppe Ferrari per i tomi dellĠUfficio storico del Corpo di Stato Maggiore dellĠEsercito Italiano. Da questi due autori, rispettivamente, hanno preso spunto i nostrani storici Biagio Tarantini (1864-1928) e Domenico Damiano (1891-1969) per i loro Blanda e Maratea. Saggio di monografia storica (prima ed. 1883, ripubblicato nel 2006) e Maratea nella storia e nella luce della fede (prima ed. 1954).

Una questione restava ancora irrisolta: il numero dei morti da parte degli assediati. Grazie a una ricerca condotta nellĠarchivio parrocchiale scopriamo che furono cinque: Sabato Callicchio di Camerota, Carmine Casciello di Napoli (entrambi irregolari arruolati da Mandarini); lĠanziano Francesco Maimone, eremita alla Madonna degli Ulivi; Francesco Panza, povero disgraziato ucciso dai francesi perchŽ rifiutava di collaborare, e Rosa Fiorillo, anziana donna stremata dallo strepito del combattimento.

Un grazie vivissimo alla prof.ssa Vera Von Falkenhausen, recentemente a Maratea per un convegno sullĠepoca bizantina, che ha accettato di pubblicarmi e un ringraziamento particolare vada anche a don Adelmo Iacovino, giˆ parroco di S. Maria Maggiore, che con entusiasmo accett˜ di lasciarmi condurre le mie infinite ricerche negli archivi della parrocchia.

Per tutti gli amanti della storia di Maratea sarˆ mio piacere far pervenire copia dellĠestratto alla biblioteca del Centro Culturale col venire del prossimo anno.

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