La storia di Carlo Mazzei.

 di Luca Luongo

 

Or ti piaccia gradir la sua venuta:

Libertˆ va cercando, chĠ s“ cara,

come sa chi per lei vita rifiuta.

(Purgatorio, canto I vv. 70-72)

 

 

Oggi 17 marzo, nel mezzo di questi giorni difficili per tutti noi, cade il 159Ħ anniversario dellĠUnitˆ nazionale.

Come marateoti dobbiamo ricordare i nostri concittadini che, in quegli anni leggendari, hanno speso la vita per realizzare gli ideali del Risorgimento: lĠunitˆ della patria e la libertˆ dei cittadini.

Qui ne voglio ricordare solo uno, lĠuomo pi giovane, la vita pi semplice, la storia pi commovente: Carlo Mazzei.

 

Vita e morte del giovane Carlo.

Nato nel 1843, Carlo aveva appena 5 anni quando suo padre, Pietro, venne processato per essere un affiliato alla Setta dellĠUnitˆ dĠItalia. Nel 1860, 17enne, voleva arruolarsi nelle fila dellĠEsercito Meridionale (cos“ si chiamava la gigantesca truppa formatasi allĠarrivo di Garibaldi). Ma la famiglia glielo proib“.

A Carlo per˜ assistere alla storia che si compiva non bastava, voleva egli stesso farne parte. Di notte, scapp˜ di casa. Arriv˜ a Lagonegro, dove si radunavano i garibaldini, e si arruol˜. Il padre, scoperta la cosa, nonostante lĠetˆ, volle arruolarsi anche lui, per seguire il figlio e combattere al suo fianco per Çfare lĠItaliaÈ.

Ma, tragicamente, il padre torn˜ a casa, il figlio no. Il 1Ħ ottobre 1860, in uno scontro tra i garibaldini e i mercenari bavaresi accorsi in aiuto dei borbonici, Carlo Mazzei mor“, ucciso da un colpo al petto.

 

Il ricordo di Giustino Fortunato.

Il meridionalista e grande uomo politico Giustino Fortunato (1848-1932), nel discorso per lĠinaugurazione di una lapide per la commemorazione dei caduti lucani, ricord˜ il nostro concittadino con queste parole:

Ç...traĠ molti che in quel giorno lasciarono la vita Ponti della Valle, furon due deĠ nostri, Carlo Mazzei, di Maratea, e Francesco Abalsamo, di Senise. Il Mazzei, fuggito nascostamente di casa, si era arruolato traĠ Cacciatori delle Alpi, di passaggio per Lagonegro: tardi, in Napoli, lo aveva raggiunto il padre. Ferito al collo, continu˜ valorosamente a combattere, finchŽ fu spento da una palla bavarese in petto...È

 

La memoria di sua madre.

Poco tempo dopo, anche papˆ Pietro mor“. La vedova, e madre di Carlo, Rosaura Barone, dovette umiliarsi a chiedere aiuto al Governo per sopravvivere:

ÇBarone Rosaura fu Bonifacio di Maratea, Basilicata, Vedova del Signor Mazzei Pietro, venuta in cognizione a mezzo della pubblica stampa che il Governo abbia stabilito dei fondi per i danneggiati politici... sommette allĠE.a S.a Onorevolissima, che il carissimo suo figlio Mazzei Carlo, Studente in Legge, animato da liberi sentimenti, quali eran quelli della intera famiglia, nel 1860 segu“ le Schiere del General Garibaldi nel marciare sopra Napoli.

Il padre di Lui e marito della supplicante, Ufficiale della Guardia Nazionale, mosse anchĠesso verso Capua, ove anim˜ il figlio nellĠimpresa carriera, ma sventura volle, che nella memoranda battaglia del 1Ħ Ottobre il predetto Carlo, dopo aver commessi atti di gran valore, vi perdesse la vita.

La commozione fu tale che soccombeva anche il padre, lasciando la famiglia, priva di ogni sostegno e direzione, composta per lo pi da minorenni.

Che il giovane Carlo fosse morto per la Indipendenza e Libertˆ della Patria,  constatato da tutti i giornali dei quellĠEpoca, da atto di notorietˆ giudiziario, ed altri documenti, che anzi il fatto venne non guari ricordato dallĠonorevole Deputato Fortunato nella inaugurazione di una lapide in Rionero

 

Anche grazie allĠintervento del senatore Fortunato, lĠaiuto arriv˜.

 

In questi giorni complicati per lĠItalia tutta, e in questi anni in cui ricordare i nostri eroi nazionali  reso pi complesso da tendenze centrifughe e populistiche (le quali non risparmiano neppure lo studio storico), la memoria di Carlo ci dovrebbe aiutare a guardare con la giusta prospettiva ci˜ che veramente significa tradurre in atto i propri ideali di libertˆ, anche quando ci˜ significa lĠestremo sacrificio... e a valutare pi serenamente i sacrifici ben pi piccoli che ci vengono richiesti nelle nostre vite.

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