Notizie storiche sulla cappella di S. Giovanni
di Luca Luongo
La piccola cappella di S. Giovanni a Maratea si
trova tra le curve della strada provinciale che collega il centro storico alle
frazioni Massa e Brefaro.
Piccola e discreta, un visitatore difficilmente la troverebbe
senza che qualcuno gli indicasse dove si trova di preciso.
Fino al XIX secolo la festa del santo
Battista era anche lĠoccasione in cui i contadini lucani si scambiavano le
proposte e promesse di matrimonio.
Il culto
di S. Giovanni a Maratea.
Come molto spesso accaduto durante gli ultimi
decenni del secolo scorso, anche lĠorigine di questa cappellina stata
ricondotta al cosiddetto monachesimo basiliano, nome molto improprio con cui
stato riassunto lĠascetismo altomedievale in Calabria e Lucania. Anche in
questo caso, per, non ci sono prove incontrovertibili a riguardo.
In realt, la storia del culto giovannitico
nella Maratea medievale un capitolo ancora tutto da scrivere. Sembra certo
che il santo godesse di una certa venerazione tra i fedeli marateoti, cos come in tutto il Mezzogiorno. é noto che in origine la
celebrazione con le infiorate era appannaggio proprio del 24 giugno, salvo poi
spostarsi ai riti del Corpus Domini.
Secondo Carmine Iannini
(1774-1835) anche il santuario di S. Biagio, patrono del paese, venne a un
certo punto ampliato inglobando unĠantica cappella dedicata al santo, che era
raffigurato a fianco alla Vergine e al santo di Sebaste
sullĠaltare maggiore del santuario stesso.
Iannini scrisse che ancora nel XIX secolo erano visibili ÇPitture [...] di tanta Antichit, e Greche, che fanno argomentare essere stata sulle
prime quivi edificata una piccola Cappella; e poi a fianco di essa la Gran
Chiesa di S. BiaseÈ. Oggi queste non esistono pi, perci non possibile
fare luce sulla questione: ma tuttĠora un altare della chiesa dedicato a S.
Giovanni.
Ancor pi notevole , per, un altro fatto. LĠimportanza
dellĠantico culto di S. Giovanni in Maratea testimoniato dallĠintitolazione
al santo del principale punto di riferimento paesaggistico della costa: lĠisola
di Santo Janni.
Sugli speroni rocciosi dellĠisolotto esisteva una
chiesetta dedicata al Battista o allĠApostolo, i cui ruderi sono stati
fortunatamente preservati con un restauro contenitivo negli anni Ô90 del XX
secolo.
Neppure la collocazione
dello sbarco delle reliquie di S. Biagio in questo luogo ha fatto cambiare il
nome dellĠisolotto: unĠevidenza, a mio parere, del radicamento del culto giovannitico precedente.
La
strada di S. Giovanni.
Oggi non pi percepibile, ma in antico la
cappella non si trovava affatto isolata. Prima della costruzione della SS 18,
la strada che conduceva verso Marina, Castrocucco e la Calabria partiva da Capo
Casale e si dirigeva verso la chiesetta della Madonna della Piet (quel puntino
bianco a monte di Filocaio) transitando molto pi in
alto dellĠattuale tracciato viario.
La cappella di S. Giovanni, quindi, era il primo
riferimento, uscendo dal paese, lungo questo percorso, che prendeva appunto il
nome di Strada di S. Giovanni.
Il
problema della propriet.
La prima menzione dellĠesistenza di questa cappella
risale al 1683, quando annoverata tra le cappelle rurali visitate dal vescovo
di Cassano, giunto a Maratea per la canonica visita episcopale.
In questo documento non si specifica se la cappella
fosse della parrocchia o di propriet di qualche famiglia del
paese. Nel XIX secolo inizi a figurare di propriet dei Di Lieto, con i quali
il Comune ingaggi una lite per la propriet della cappella.
Il
progetto del camposanto.
Intorno al 1840 il Comune di Maratea aveva il
progetto di costruire intorno alla cappella di S. Giovanni il camposanto del
paese. Di questa vicenda ho gi parlato in un altro articolo, dal cui testo
desumo le notizie che riporto anche qui.
Dopo la chiusura delle sepolture
delle chiese e lĠabbandono del progetto dellĠantico cimitero alle Mazzarelle, il sindaco Donato Marini DĠArmenia indic S. Giovanni come il luogo pi adatto alla
costruzione del luogo pio.
Secondo il sindaco, Çil Luogo unicamente adatto, e che offre insieme un risparmio, quello
in contrada nominata S. Giovanni, esistente non molto lungi dallĠAbitato in
elevato sito, e quindi esposto nella sua isolazione
[sic] al soffio di ogni vento, che
comunque si scaglia, e da qualunque parte spira, anche in grado fortunale,
giammai le esalazioni possono penetrare nel Comune, perch sempre collĠinfuori,
ed in lontananza di dissipano [...] considerando [anche] che nella nominata Contrada vi unĠadiacente
Cappella eretta sotto lo stesso titolo, che apre al pubblico, al quale
appartiene, e che non ha nel suo circuito profondit di terreno, da potersi
cavare dalle fossate, che la inumazione
impreteribilmente richiede, sia come si sperimenterebbe in ogni altra parte anche pi lungi del Territorio,
per essere petroso, e quindi povero di terra mobileÈ.
Ma la risoluzione venne
impugnata dalla famiglia Di Lieto, che sosteneva di essere proprietaria della
cappella e del fondo circostante. Il Comune prov a far valere le sue ragioni,
ma quando si fece un sopralluogo a S. Giovanni con un perito – un tal
ingegner Dente – si ebbe una sorpresa: il luogo Çnon pu essere addetto a tal uso per essersi rinvenuta dellĠAcqua nel
fondo, come oculatamente ha osservato il detto Signor Dente, nella cui presenza
si scavato il terreno, ed alla profondit di circa un palmo subito comparsa
lĠacqua, ci che prima non erasi verificato; ed una tal cosa dipendente dal
trovarsi il sito prescelto alla falda del Monte S. Biase, per cui soggetto
sempre ad inondarsiÈ.
La
marginalizzazione e lĠabbandono.
La costruzione della strada provinciale verso Massa
e Brefaro e della SS 18 verso Marina e Castrocucco marginalizz lĠarea della
cappella fino a tagliarla fuori dalla vita quotidiana della comunit. Solo
la breve parentesi della costruzione del Parco della Rimembranza (a cui credo si debbano ricollegare le tre Croci vicine)
pot, in qualche misura, dare una qualche funzione al luogo, ma dur poco.
Da allora la cappella di S. Giovanni a Maratea
sparita dalla coscienza collettiva anche dei fedeli, abbandonata alle offese
del tempo. In particolare, a soffrine stato il
pregevole affresco che orna lĠaltare.
Ormai praticamente
illeggibile, raffigurava il santo con la Vergine e S. Biagio, secondo la linea
di unĠiconografia ben nota e comune tra le cappelle di Maratea.
Da qualche tempo la cappella stata attenzionata dai volenterosi soci dellĠAssociazione Cittadinanza Attiva, che
gi si guadagnata il merito dĠaver promosso il
restauro del prezioso affresco della Grotta dellĠAngelo a Maratea Castello.
Speriamo che la loro opera possa contribuire - come in parte gi sta facendo -
al recupero e alla conservazione di questo altro, piccolo gioiello del nostro
territorio.
Luca Luongo