OMAGGIO ALLA MEMORIA
di Emanuele Labanchi
Mi ritrovo tra le mani un libretto dal titolo: "La ragazza
che fond una Casa di Riposo" -Autrici: Letizia Labanchi
e Sara Palmieri - Tipografia Zaccara -Lagonegro - Ottobre 2013.
Ne conosco gi il contenuto ma, con
nuova lettura, desidero rendere omaggio alla memoria, proprio come hanno inteso
fare le autrici del racconto, ad "una signora degli anziani, una donna
forte e caparbia e, al tempo stesso, generosa e compassionevole, il cui ricordo
deve essere assolutamente tramandato a coloro che per qualunque motivo
entreranno in contatto con
La protagonista del racconto Giovannina Limongi, nata a
Maratea il 26 febbraio 1918 e qui deceduta il 25 settembre 2010, dopo una vita
infaticabile dedicata alla realizzazione dell'Opera, come lei stessa era solita
definirla.
Giovannina aspirava, sin da bambina, a diventare una suora della
Congregazione delle figlie di Nostra Signora al Monte
Calvario e, per questo motivo, nell'inverno del 1944, aiutata dal fratello
Raffaele da poco rientrato in Italia dall'America, si rec nel convento di
Lagonegro. Si trattava di una aspirazione non
condivisa dalla madre, cui era stato detto che la figlia si era recata a
Lagonegro per studiare.
Una mattina la madre si present al Convento e Giovannina fu
costretta a rientrare a Maratea, dove si dedic al volontariato presso il
locale Ospedale e lavor con passione nelle zone pi abbandonate e periferiche
per aiutare gli infermi e i pi bisognosi.
Cominci, quindi, a pensare alla possibilit di realizzazione di una Casa-ricovero-rifugio-assistenza per le
persone bisognose. Questa sua idea trov il sostegno di suo cugino, Giovanni Iannini, che nel 1946 torn a
Maratea dall'America ed insieme pensarono all'acquisto di villa Passeri,
situata in una zona amena, a mezza costa tra il mare ed il Centro storico,
circondata da un appezzamento di terreno. Fu Giovanni a provvedere all'acquisto
per poi passare il testimone alla cugina, dicendole: "Adesso tocca a
te!"
Giovannina cominci a programmare un piano per avere
innanzitutto i mezzi da destinare alla ristrutturazione dell'immobile esistente
adattandolo alle necessit di una moderna Casa di Riposo ed ebbe un grandissimo
aiuto dal Geom. Biagio Di Filippo. Nel 1962 ebbero inizio i lavori e ben presto
Giovannina ed il fratello Raffaele donarono
poi tutto ci che era a loro intestato alla nuova Istituzione e cos nacque
Nel frattempo aumentavano le domande di ricovero e si rese necessario un ampliamento della Casa ed ancora una
volta Giovannina ebbe un aiuto economico, oltre che dalla Regione, dal fratello
Raffaele e dalla vendita di un lascito dell'ospite Igina Stabilito di San
Nicola Arcella. LÕopera fu poi completata, riconosciuta dallo Stato e,
nonostante le costanti difficolt economiche per la gestione, Giovannina riuscita sempre, anche con la schiena curva per gli anni
ormai trascorsi, a proteggere e sostenere la sua creatura ed i suoi anziani
ospiti.
"Non si mai risparmiata, ha vissuto unicamente per
realizzare il suo sogno e si spesa spasmodicamente per non farlo vanificare
dall'indifferenza che, a volte, i tempi moderni hanno manifestato". Cos
hanno inteso ricordarla le autrici del libretto, voluto fortemente da Letizia Labanchi, che aveva deciso di trascorrere gli ultimi anni
della sua vita propria nella casa di Riposo "Maria Consolatrice",
accanto alla sua cara amica Giovannina.
Maratea non pu non rendere omaggio alla sua memoria.
La rilettura dell'opuscolo mi ha consentito di far rivivere
fatti e persone, che a Maratea hanno operato in silenzio lasciando, come
evidenziato da Letizia Labanchi e Sara Palmieri,
"testimonianza di ci che possono realizzare gli uomini di buono e di bello
quando ad animarli non sono i soldi o i beni materiali, i titoli e le cariche,
i presenzialismi e le prosopopee, ma solo un grande ideale, una formidabile
passione, un amore invincibile per i pi deboli".
Concludo con una proposta che, spero, possa trovare d'accordo
l'Amministrazione comunale con il Sindaco, Domenico Cipolla:
la intitolazione, con idonea iniziativa in ricordo, a Giovannina
Limongi della via che, dalla sottostante strada, porta alla Casa di Riposo, che
" ancora l, con le sue mura solide, le sue stanze soleggiate e candide,
i suoi giardinetti fioriti e il mare che occhieggia all'orizzonte" (L. Labanchi Š S. Palmieri).