CAZZANEDDU
di
Emanuele Labanchi
Al Porto i meno giovani ne serbano il ricordo e qualcuno ne ha
conservato la memoria in un Museo virtuale della civilt marinara di Maratea
tra i tanti marinai portaioli che in esso rivivono. Per incontrarli tutti e stare un po in loro
compagnia basta cliccare su http://www.ufunnicu.it/ .
Di Vincenzo Raele, detto Cazzaneddu, ho un lontano e vago ricordo visivo anche
grazie alle parole di mio padre che, amante del mare, a volte ne rammentava
sembianze e momenti di vita marinara mentre, per diletto, praticavamo la pesca
con i filaccioni e la opportuna
ricerca di tane di cernie o gronchi lungo la costa.
Nel Museo virtuale ne ho ritrovato una breve, mirabile
descrizione-ricordo a firma di Antonio Chiappetta che
riporto di seguito:
"Raele
Vincenzo
1 Febbraio 2012 -Marinai - Antonio Chiappettadetto Cazzaneddu . Era un celebre pescatore
bevitore e bestemmiatore, era privo di un braccio e di un occhio e viveva
secondo natura, alzandosi al sorgere del sole e coricandosi al suo tramonto , non prima di averlo salutato riverentemente. Le cernie
erano i pesci che amava pescare con i filaccioni
conoscendone perfettamente le tane. Viveva in un basso da solo trascorrendo la
maggior parte del tempo a bere vino. Essendo imparentato con Tresina Sceru, quasi ogni
giorno andava a pranzo da lei per cui i soldi che
guadagnava vendendo le cernie che pescava, servivano unicamente alla scorta di
vino e tabacco per la pipa. Quando le scorte stavano
per finire era costretto ad andare di nuovo a pesca. Possedeva una piccola
barca cui aveva dato nome Balilla essendo egli un
simpatizzante del regime fascista. Quando vi fu il referendum per il passaggio
dalla Monarchia alle Repubblica, il Sindaco dellepoca
scese al Porto e, incontrando Cazzaneddu cerc di
convincerlo a cambiare nome alla barca che ricordava un passato sconveniente. Raele lo ascolt in silenzio e ,quando
questi and via, chiam quattro ragazzi e con il loro aiuto, gett
limbarcazione sotto il muro della mbraiata
distruggendola. Sta varca addavutu nu nomi sulu e chistu restiti disse. Da quel
giorno non and pi a mare".
La scheda tecnica
Anno di nascita: 1871
Anno di morte: 1968
Nome portaiolo: Cazzanddu
A Vincenzo Raele, alias Cazzaneddu, dedicata una poesia di Letizia Labanchi:
IL VECCHIO PESCATORE
"Cazzaneddu"
Come a bulino cesellato il volto
da sole e vento,
il vecchio pescatore
sovente contraa
le folte ciglia
quasi a scrutare ancora l'orizzonte.
E gli occhi stanchi
fra que' due
cespugli
ispidi e grigi,
erano chiari e azzurri
quali piccole conche
fra gli scogli.
Sordo a ogni voce
fuor che a la risacca,
scontroso e triste ora passava i giorni
appoggiato alla barca
dalla chiglia
arsa e scrostata lontana dall'onde.
"Cazzanu" era chiamato
e il suo tormento
era di non poter pi uscir sul mar
quando partano gli
altri
all'imbrunire
con le belle lampre.
Fermo presso la barca,
ricordava...
e non uda chi
gli passava accanto
volgendogli un saluto,
n i monelli
che si burlavan
della sua vecchiezza.
Ricordava i bei giorni
ormai lontani
da lui vissuti con la fronte al vento
fra cielo e mare,
insieme coi suoi remi
e con le reti rilucenti e piene.
E rivedeva la distesa azzurra
dell'onde crespe
sotto lo scirocco;
rivedeva i delfini in lunghe schiere
e il volo dei gabbiani
in sulla sera.
Con una sola mano
governando
la barca contro cui ruggiva l'onda,
quante volte il furor della tempesta
vinto avea,
silenzioso, a testa bassa!
Con la pipa fumante fra le labbra
e il berrettone in capo,
i piedi scalzi
affondava con forza nella sabbia,
rimboccati i calzoni, quasi pronto
a spingere nell'acqua la sua barca.
Malinconico e assente a ogni richiamo,
rinchiuso nel mistero de' ricordi,
celava il moncherino nella tasca
e spingeva lontano il fiero sguardo,
vecchio Tritone
prigioniero antico
in terra ferma
ed anelante al mare!