GIORGIO BASSANI E MARATEA
di
Emanuele Labanchi
Giorgio Bassani, nato a Bologna il 4 marzo 1916, trascorse
linfanzia e la giovinezza a Ferrara. Nel 1943 si trasfer a Roma dove visse
fino alla sua morte (13 aprile 2000).
Giorgio Bassani, per circa un decennio e quasi esclusivamente nella
stagione estiva, frequent Maratea, dove aveva acquistato e ristrutturato una
casa nel Centro storico e precisamente alla Via Casimiro Gennari, gi Pendinata. Poich allepoca abitavo e gi avevo lo studio
in quella via, mi capitava di vederlo ed, a volte, di incontrarlo mentre,
pensieroso e piuttosto schivo, raramente in compagnia, affrontava la salita
verso la sua dimora o lentamente da essa scendeva.
Nulla Egli ha scritto o dedicato a Maratea se non un articolo,
pubblicato nel
Abbiamo da tempo la convinzione che la scultura, quella buona, non
sa cosa farsene n dellespressivit della maschera n della simbologia
gestuale. Il Cristo del monte San Biagio, a guardarlo per quello che
veramente, nella sua realt effettuale, se qualcosa esprime non esprime nulla
che abbia a che fare con la redenzione della gente del
nostro povero Mezzogiorno. Grosso, massiccio, gessoso, aeronautico,
sudamericano, non riesce, essenzialmente, che a deturpare il paesaggio. Il monte
San Biagio, su cui si erge, ridotto da esso, per
totale assenza allingiro di termini di confronto, ad
un sasso da niente, ad una specie di altarino duso domestico. Guardiamolo
serenamente, attenendoci ai criteri della pura visibilit: e non ci sar difficile
riconoscerlo per fratello di tante altre statue del tempo fascista, appena
appena camuffato comՏ dallatteggiamento gigionescamente serafico di un
deteriore cattolicesimo.
Si tratt di riflessioni fortemente critiche, che tali in loco sono considerate ancora oggi, sulla statua voluta dal Conte Stefano Rivetti, realizzata dallo scultore Bruno Innocenti , bene accolta dalla nostra comunit e di essa divenuta simbolo in Italia e nel mondo. Forse anche per questo nonch per il suo modo di essere, percepito come poco incline a rapportarsi con la gente del luogo, la sempre accogliente Maratea nconservato un entusiastico ricordo di Giorgio Bassani, che pur laveva eletta a sede dei suoi soggiorni estivi cos di fatto dimostrandole amore come uno dei luoghi del suo cuore.
A proposito del Cristo sul monte San Biagio, si potr essere o meno daccordo con lui che, comunque, nel suo articolo
invit tutti a guardarlo serenamente, attenendoci ai criteri della pura
visibilit e forse non aveva tutti i torti circa le sue fattezze, opera
dellInnocenti, come svettanti su quella cima depositaria di uno spettacolo
naturale mozzafiato, a volte arricchito ed a volte sminuito dalle mani
delluomo.
Ricordo che anni fa fu allestita presso il Centro culturale di Maratea
a Villa Tarantini, in collaborazione con
Poi, a Maratea, nulla pi.
Mi capitato in questi giorni di visitare il sito della Fondazione
che porta il suo nome e la mia curiosit stata attratta da unimmagine di
Giorgio Bassani, avente come sfondo il Centro storico di Maratea ed il mare del
Golfo di Policastro, come era possibile vederli dalla
sua casa. A Ferrara, nei primi giorni di ottobre
scorso, si tenuta una mostra documentaria in progress presso i giardini del
Liceo Ariosto, presentata come I luoghi della poesia di Giorgio Bassani
Maratea e dintorni.
Si rafforzata in me la convinzione circa lintimo, profondo amore
che lo scrittore ha nutrito per Maratea ed i suoi abitanti, anche nel mentre, liberamente e criticamente, si esprimeva sul
Cristo del monte San Biagio, peraltro oggi attorniato, per non dire profanato,
da una miriade di antenne svettanti.
Chiss cosa ne avrebbe pensato Giorgio
Bassani?
Ed allora, per
onorarne e mantenerne viva la memoria, perch non operare ancora in armonia con
Personalmente mi auguro che tanto possa al pi presto
concretizzarsi e si voglia anche concedere la cittadinanza onoraria di Maratea
alla memoria di Giorgio Bassani, con cerimonia che coinvolga il Comune di
Ferrara, citt a lui tanto cara e sede della Fondazione che porta il suo nome.
Opportune iniziative faranno in modo che anche presso di noi e per
le future generazioni possa conservarsi il ricordo dello scrittore, poeta,
politico, fondatore e poi Presidente di Italia Nostra dal 1965 al 1980.