Poco meno di 80 anni fa dalla Russia
IN MARCIAÉVERSO OVEST
di Emanuele Labanchi
Tra il mese di dicembre 1942 ed il mese
di gennaio 1943 il Corpo d'Armata Alpino, schierato sulla riva del Don, fu
costretto dall'offensiva russa al ripiegamento nella gelida neve
dell'inverno...verso ovest.
"La colonna marciava affondando fino al ginocchio nella
bianca vastitˆ del proprio sepolcro" Ð Giulio Bedeschi.
Erano i fanti e gli alpini delle divisioni Torino, Pasubio, Celere,
Cosseria, Ravenna, Sforzesca, Tridentina, Julia, Cuneense, Vicenza...
Nel suo capolavoro "Centomila gavette di ghiaccio",
Giulio Bedeschi, alpino, medico e scrittore, volontario sul fronte
greco-albanese e poi trasferito nel 1942 sul fronte russo, ha raccontato la
tragedia della ritirata vissuta insieme agli alpini della JULIA.
La marcia verso ovest fu lunga, intervallata dagli attacchi
russi, a temperature tra i meno 30-40 gradi, e tanti caddero eroicamente in
combattimento o stremati dalla fame e dal freddo.
"Superati i milleduecento chilometri e i settanta giorni di
marcia invernale sullo sterminato suolo di Russia, con tutti gli altri anche i
superstiti della ventisei si fermarono.
Quando venne dato l'ultimo alt, in
prossimitˆ di una stazione ferroviaria, i cenci fradici che ricoprivano i loro
piedi giˆ calpestavano, fra la mota, la prima erba di primavera".
"...Rosenheim, Innsbruck. Il
treno filava verso l'Italia, una gran parte d'Europa era giˆ stata
attraversata, il confine si approssimava... Con un' improvviso
mutare di spazi, la strettissima valle prese respiro in una spianata e subito
apparve un pennone portante una bandiera, il treno s'arrest˜ a una piccola
stazione alpestre: Brennero.
Era l'Italia".