LA BIANCA GIUMENTA DI MARATEA
di Emanuele
Labanchi
CHE SPETTACOLO !
Da sempre se ne sta nascosta appena sotto la superficie del mare
tra costa e isolotto di Santo Janni, in attesa che cessi la bonaccia ed arrivi il vento giusto e, con esso, le onde da cavalcare.
Non mi fu facile, da bambino, scorgerla per la prima volta,
mentre mio padre da terra ed a distanza me la indicava
e mi spiegava il suo misterioso, improvviso, breve e ritmico apparire e
scomparire tra le onde spumeggianti.
Imparai allora che l c'era uno scoglio, o meglio, una secca,
dimora di tanti pesci e, comunque, pericolosa per le imbarcazioni che non sapessero
della sua esistenza.
Era la secca della "jumenta"
ed io immaginai subito che l vivesse
anche quella bianca, poderosa cavalla,
una sorta di antica ed ormai nostrana dea del mare,
che sembrava voler ripetutamente e caparbiamente
emergere dall'acqua, quasi a liberarsene, per cominciare la sua corsa, invano
frustata
dal vento e dalle onde.
Appariva, anche in posizioni diverse, prima il suo muso, poi una
lunga criniera ed, infine, ecco la spumeggiante
giumenta in tutto il suo splendore...
Ma ahim, con le zampe intrappolate nella secca, non riusciva ad emergere del tutto e lentamente spariva per poi riprovare
ancora...e ancora..., sempre invano, sino a desistere.
Con determinate condizioni di mare e di vento, lŐincantevole
spettacolo sempre lo stesso... ed ora me lo ritrovo
a poche centinaia di metri da casa a Marina e,
nell'ammirarlo con rinnovato, infantile stupore, ogni volta ripenso a mio
padre: per primo, indicandomela da pi lontano, mi parl della secca della
"jumenta", mentre mi faceva conoscere ed amare
Maratea.
E' una scena che mi capita di immaginare anche di notte, nel sentire l'urlo del mare ed il fragore delle sue onde, che si infrangono sugli scogli e su quella secca: allora che si risveglia la bianca, vigorosa, indomita giumenta, vogliosa di libert ma legata al suo destino.