A MARATEA SUL MONTE SAN BIAGIO
di Emanuele Labanchi
Secondo
tradizione c'era una volta un tempio pagano dedicato alla dea Minerva, poi
riadattato al culto cristiano sino ad essere sostituito dall'antica Basilica di
San Biagio, oggetto nei secoli di interventi di restauro conservativo, anche
con discutibili modifiche sia al suo interno sia all'esterno. Da oltre
cinquant'anni le fa compagnia la moderna, bianca statua del Redentore in un
contesto che, seppur progressivamente modificato dalla mano dell'uomo, rimane
di una grande bellezza ovunque si guardi, verso i monti intorno o verso il mare
dello splendido Golfo di Policastro.
A seguito di recente opera di
tinteggiatura dei suoi muri esterni, l'antica Basilica ha perso quel colore
naturale che contribuiva a far l respirare aria di un tempo lontano,
sostituito dal candore di un bianco che, in qualche modo, sembra voler imitare
la bianca tunica della vicina, moderna Statua del Redentore.
Sennonch,
fermo restando un pur opportuno intervento di pitturazione esterna, a me pare
che poco si addica alla nostra antica Basilica il rinnovamento del look con
nuovo colore, scelto e teso quasi a forzata modernizzazione di qualcosa che
moderna non e tanto meno contemporanea.
Non
esistono colori "antichizzati" o "ad
effetto antichizzante", tali da poter costituire un nuovo ed elegante
"abito" ben pi confacente ai tanti secoli del Santuario, nel quale
sono custodite reliquie del martire di Sebaste, San
Biagio, protettore di Maratea?
Ricordo
che, anni fa, anche la meno antica Chiesa Madre nel Centro storico stata
oggetto di pitturazione esterna ma non certo rivestita di bianco, che sarebbe
stato un inappropriato colore e per il contesto
(Centro storico) e per la storia e la natura dell'edificio.
E,
allora, perch quel bianco al Castello per l'antica Basilica sul monte San
Biagio, peraltro in prossimit dei ruderi della Maratea superiore?