Nella
tragica estate del 1943
BOMBE SU MARATEA
di Emanuele Labanchi
Da
"MEMORIE DI UN MAESTRO"
di Biagio Schettino - Tip.
San Francesco - Sapri - Ristampa Arduino Sacco Editore 2016.
"IL
15 AGOSTO 1943
Anche
Maratea doveva provare il momento del terrore e della paura e li prov la notte del 15 agosto, quando un ricognitore
americano rote come un falco sulla nostra cittadina e quando, poco dopo, 17
bombe furono sganciate da un altro apparecchio e il loro scoppio, verificatosi
nella valle del Largo Monastero, fin verso zia Pagana, atterr la popolazione
che, come sempre, nei grandi dolorosi eventi implor la misericordia del suo
Protettore San Biagio e la Divina Vergine di Fatima, alla quale successivamente
la piet della Signorina Anna Iannini si fece
promotrice dell'erezione di un'artistica cappella in suo onore, in localit S.
Caterina.
I
danni del bombardamento si ridussero, fortunatamente, alla rottura dei vetri
delle imposte di moltissime case ed alla rottura delle
tegole causate dalle schegge. Nessun danno alle persone ebbe la popolazione.
Unica
vittima fu un maiale, che per dilaniato da una bomba che cadde proprio sul suo
porcile, nei pressi del Largo Monastero.
Il
terrore provato nella notte del 15 agosto consigli buona parte della
popolazione a sfollare nelle campagne circostanti.
Anche io, coi miei, sfollai a Massa
nella casa paterna, abitata dalle sorelle.
Nella
mia qualit di Presidente dell'Istituto De Pino dovetti provvedere al trasloco
a Massa anche di 14 Suore del Convitto, per le quali
chiesi ed ottenni dal Comune l'uso di due aule scolastiche.
Furono duri giorni di sacrifici.
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naturale che i marateoti pi giovani pensino al 15 agosto e ne abbiano
esperienza unicamente come un giorno di festa ma
importante non dimenticare quei duri giorni di sacrifici dellestate del
1943, allorquando anche il nostro paese, per fortuna, fu solo appena lambito
dalla guerra ed ebbe modo di assistere, nel suo piccolo, alle vicende
successive all 8 settembre, data dellarmistizio, con inizio di un grave
sbandamento delle truppe in balia della confusione e del disordine.
Scrive
il Maestro Schettino in proposito:
Ricordo
le interminabili file di soldati fuggiaschi che, nella confusione di ordini e
di contrordini, di resistere e di cedere, pigliavano
la via di casa, a piedi, per giornate interminabili, esponendosi ad infiniti
pericoli da parte dei tedeschi che vedevano in ogni italiano un nemico.
I
servizi ferroviari erano interrotti e non pi funzionanti e
lungo le linee ferrate interminabili colonne di soldati procedevano a
piedi.
Vi
erano quelli provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria che cercavano di
raggiungere le loro case verso il nord e quelli provenienti dal nord che cercavano di raggiungere la Sicilia.
Lo
spettacolo offerto da quella enorme massa di sbandati
rester sempre vivo e presente in quelli che ne furono gli attori ed in quanti
furono spettatori di una situazione tanto triste e dolorosa.
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Cera
stato larmistizio ma la guerra, purtroppo, non era ancora finita