DA QUALE PULPITO VENIVA LA PREDICA !
di
Emanuele Labanchi
Mi
riferisco allarticolo di mercoled 4 settembre 1957 Qualcuno ha svegliato
Maratea in letargo a firma dellinviato speciale del Corriere della Sera,
Indro Montanelli (Fucecchio, 22 aprile 1909 – Milano, 22 luglio 2001),
riemerso in https://www.calderano.it/Testi/Montanelli.htm -Storia e storie- e meritevole di qualche
mia breve riflessione.
Mi
piace richiamare subito alla mente quanto scritto dal compianto amico, Dott.
Sergio De Nicola, nel suo libro Marateaparliamone ancora nella parte
dedicata a Industria e turismo al sud nellesempio di Rivetti (https://www.calderano.it/Testi/Sergio/12.htm).
Avevo
sei anni quando Maratea in letargo fu, secondo il Corriere della Sera e
Montanelli, svegliata da Qualcuno, indicato in un industriale del nord,
lIng. Rivetti, venuto a restituire questi luoghi al loro naturale destino di
ottava meraviglia del mondo, luoghi dove sui volti dei quattromilanovecentosessantaquattro
abitanti una fame di generazioni ha scavato, sotto gli zigomi, due buchi.
Di
un tale scritto pi in l mi parl mio padre, nelle
cui parole colsi una velata amarezza accompagnata dalla fierezza di un uomo,
dalla schiena dritta qual era, per aver una volta espresso la sua personalmente
presso quellantica torre marateota, divenuta dimora dellindustriale del nord
con novello stemma di Conte di Valcervo e bandiera segnalatrice
della sua presenza in sede.
Si
tratta di un lungo, magistrale articolo dellinviato speciale dello storico quotidiano italiano,
fondato a Milano nel 1876, interamente dedicato allintravisto miracoloso
risveglio di Maratea in letargo, descritta nel titolo come uno dei posti pi
belli dItalia (uniche parole, a mio parere, apprezzabili nel contesto di un
discutibile pezzo quanto ad approccio alla comunit marateota ed al
Mezzogiorno dItalia).
E
del resto, la scrittrice Silvia Ballestra in suo articolo del 16 giugno 2020
dal titolo Montanelli non merita una statua in https://www.internazionale.it/opinione/silvia-ballestra/2020/06/16/statua-montanelli , tra laltro cos si espressa:
Quello
di Montanelli uno stile burbero, provocatorio,
pesante e volgare.
La
scrittrice ha manifestato il suo condivisibile pensiero a proposito del
ripetuto imbrattamento della targa e della statua che il Comune di Milano ha
dedicato al giornalista scomparso con intitolazione a lui dei Giardini pubblici
di Porta Venezia (la statua rappresenta Montanelli intento alla stesura di un
articolo con la celebre Lettera 22 sulle ginocchia).
Richiamo
di seguito quanto ancora pu leggersi nel citato intervento con riferimento
alla vicenda della ragazzina, di nome Dest, che il grande
giornalista, volontario nella guerra coloniale di Eritrea voluta da Mussolini,
aveva comprato come moglie nel 1935 dalla sua famiglia per 500 lire se non
di meno (fatto raccontato dallo stesso Montanelli):
Ma torniamo al mito del Montanelli che scrive
bene. Prendiamo a modello larticolo che scrisse (nel 2000, non nel
1935) sulle colonne del Corriere della Sera per raccontare quel lontano
episodio della sua vita coloniale. Parole come faticai a superare il suo
odore (del docile animalino, come Montanelli defin la ragazza in
unintervista televisiva del 1982). Oppure: Non era un contratto di
matrimonio, ma – come oggi si direbbe – una specie di leasing, cio
di uso a termine. E quando il malcapitato ventiseienne ufficiale dellimpero
si accorse che la ragazza era infibulata, descrive in parole povere (davvero povere) come ci volle per demolirla il brutale intervento
della madre.
In
quelle righe trovano spazio parole di ravvedimento? Di affetto per la povera
bambina schiavizzata? Piet, partecipazione? Niente, solo
comprensione per se stesso, con il paternalismo finale quando scopre
(anni dopo) che la ragazza ha avuto un figlio e lha chiamato Indro. In due
parole (in tre colonne di Corriere della Sera datate 12 febbraio 2000), una
riproposizione cruda e orgogliosa del buon italiano alle colonie, un misto di
buon padre, di padrone umano, di invasore gentile
(della serie: Abbiamo costruito le strade)..
Che
dire di pi su Indro Montanelli se non unirsi a quanti da tempo
chiedono la rimozione di quella statua?
Larticolo
che lillustre giornalista volle dedicare a Maratea nel 1957, ormai documento
da archivio storico, ulteriore prova del suo essere
sprezzante anche nei confronti della nostra comunit e del Mezzogiorno
dItalia, proprio come lo era stato gi anni prima, in modo pi grave, in
Etiopia, sia di fatto che nel suo racconto successivo.
E,
allora,.. ma da che pulpito veniva la predica !
Pace,
comunque, allanima sua!