Un Arcade a Maratea
di Emanuele Labanchi
Cero
quella sera in quella storica localit, ora con bel giardino-terrazza e
splendida vista, tra monte San Biagio e monte Cerrita, sino al mare con lorizzonte nel Golfo di
Policastro.
Ero
l senza aver letto il libro, che ho poi acquistato per dedicarmi alla
piacevole, pur faticosa sua lettura, senza pause e con
pagine dal contenuto intenso e stimolante, nelle quali scorre la vita e la
brillante carriera dello stimato Autore, nostro concittadino, questultima causa
di tante soddisfazioni personali intervallate dai dispiaceri e dal dolore
propri delle umane vicende.
Filo
conduttore nel libro, gi dalla sua presentazione, a me sembrato lEgo in
Arcadia, come espressione di una forte personalit, con un comprensibile,
costante, velato autocompiacimento per il bel viaggio, con partenza da Maratea,
ricco di esperienze e di incontri memorabili durante
il cammino, negli anni resi possibili, con la buona sorte, da tante virt, tra
le quali una ferrea buona volont, una profonda fede, una naturale onest, un
forte legame con le proprie radici.
Tante
vicende mi erano note ma il caro Prof. Sisinni ha
consentito a me ed a tanti di poterle rivivere o,
comunque, conoscere come caratterizzate da giorni lieti e tristi nella vita
familiare, nei compiti istituzionali e nel suo approccio alla politica da uomo
di cultura, libero e di carattere, con i pregi e difetti, dai quali nessuno
esente.
Non
sono mancate, non mancano e non mancheranno le
critichee cՏ un solo modo per evitarle, come ci ricorda Aristotele:
Non
fare nulla, non dire nulla e non essere nulla.
Cose
certamente non gradite da Francesco Sisinni.
Nel mentre scrivo ci, il mio
pensiero corre a Fernando ed al suo tarlo dellutopia, in anni in cui giovani
marateoti, pur da posizioni politiche diverse ed opposte, si fronteggiavano a
viso aperto econ tante critiche, comunque mossi dallamore per il proprio
paese ed accomunati da quel tarlo, venuto poi a mancare