O CAPITANO ! MIO CAPITANO !

 di Emanuele Labanchi

In questi giorni si parla molto di una lettera, risalente al 2018, che, certamente nota agli studenti di un Liceo siciliano, era rimasta, per cos dire, in un cassetto o, comunque, entro i confini di Canicatt (AG), per essere ora portata alla ribalta nazionale e non solo attraverso i social ed internet, dopo il tragico evento del quale rimasto vittima il suo autore ed in suo ricordo.

Forse tanto andava gi fatto prima, per limmenso valore culturale ed educativo proprio del messaggio di commiato che, quasi a suo testamento, un Professore, Maestro di vita, aveva voluto lasciare ai suoi studenti, ai suoi ragazzi.

Si tratta di PIETRO CARMINA, che tra le vittime del crollo di Ravanusa, in provincia di Agrigento.

Un pensiero ed un ricordo anche a Maratea per il Professore e tutte le vittime della tragedia di Ravanusa.

Docente in pensione di Storia e Filosofia al Liceo "Ugo Foscolo" di Canicatt, il Prof. Carmina, nell'estate del 2018, ha dedicato ai suoi studenti un discorso di commiato, prima di lasciare la scuola.

Ecco il testo:

"Ho appena chiuso il registro di classe. Per l'ultima volta. In attesa che la campanella liberatoria li faccia sciamare verso le vacanze, mi ritrovo a guardare i ragazzi che ho davanti. E, come in un fantasioso caleidoscopio, dietro i loro volti ne scorgo altri, tantissimi, centinaia, tutti quelli che ho incrociato in questi ultimi miei 43 anni.

Di parecchi rammento tutto, anche i sorrisi, le battute, i gesti di disappunto, il modo di giustificarsi, di confidarsi, di comunicare gioie e dolori, di altri, molti in verit, solo il viso o il nome. Con alcuni persistono, vivi, rapporti amichevoli, ma il trascorrere del tempo e la lontananza hanno affievolito o interrotto, ahim, quelli con tantissimi altri.

Sono arrivato al capolinea ed il magone pi lancinante sta non tanto nell'essere iscritto di diritto al club degli anziani, quanto nel separarmi da questi ragazzi. A tutti credo aver dato tutto quello che ho potuto, ma credo anche di avere ricevuto di pi, molto di pi.

Vorrei salutarvi tutti, quelli che incontro per strada, quelli che mi siete amici sui social, e, tramite voi, anche tutti gli altri, tutti, ed abbracciarvi ovunque voi siate.

Vorrei che sapeste che una delle mie felicit consiste nel sentirmi ricordato; una delle mie gioie sapervi affermati nella vita; una delle mie soddisfazioni la coscienza e la consapevolezza di avere tentato di insegnarvi che la vita non un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista.

Ho imparato qualcosa da ciascuno di voi, e da tutti la gioia di vivere, la vitalit, il dinamismo, l'entusiasmo, la voglia di lottare.

Gli anni del liceo, per quanto belli, non sempre sono felici n facili, specialmente quando avete dovuto fare i conti con un prof. che certe mattine raggiungeva livelli eccelsi di scontrosit e di asprezza, insomma .... rompeva alla grande. Ma lo faceva di proposito, nel tentativo di spianarvi la strada, evidenziandone ostacoli e difficolt.

Vi chiedo scusa se qualche volta non ho prestato il giusto ascolto, se non sono riuscito a stabilire la giusta empatia, se ho giudicato solo le apparenze, se ho deluso le aspettative, se ho dato pi valore ai risultati e trascurato il percorso ed i progressi, se, in una parola, non sono stato all'altezza delle vostre aspettative e non sono riuscito a farvi percepire che per me siete stati e siete importanti, perch avete costituito la mia seconda famiglia.

Un'ultima raccomandazione, mentre il mio pullman si sta fermando:

usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non "adattatevi", impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le pi ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente.

Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare, non state tutto il santo giorno incollati a cazzeggiare con l'iPhone. Leggete, invece, viaggiate, siate curiosi (rammentate il coniglio del mondo di sofia?).

Io ho fatto, o meglio, ho cercato di fare la mia parte, ora tocca a voi.

Le nostre strade si dividono, ma ricordate che avete fatto parte del mio vissuto, della mia storia e, quindi, della mia vita. Per questo, anche ora che siete grandi, per un consiglio, per una delusione, o semplicemente per una risata, un ricordo o un saluto, io ci sono e ci sar. Sapete dove trovarmi.

Ecco. Il pullman arrivato. Io mi fermo qui. A voi, buon viaggio".

Professor Pietro Carmina

 

 

Maratea 18 dicembre 2021

Emanuele Labanchi

 

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