A TESTA ALTA
di Emanuele Labanchi
Maurizio Lupi, classe 1958, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo avere manifestato la sua volontà contraria alle dimissioni e poi tergiversato, ha lasciato il Governo, a suo dire, “a testa alta”. Così l’uomo politico, prima democristiano, poi di Forza Italia ed infine (almeno per il momento) del Nuovo Centrodestra, si è espresso in un’aula del Parlamento quasi vuota dopo aver preannunciato le sue dimissioni a “Porta a Porta”.
Nello stesso giorno a Roma, visibilmente a testa bassa, è finito in manette un giovane romeno di 21 anni con la pesante accusa di furto aggravato perché sorpreso a rubare le monete presenti sul fondo della Fontana di Trevi. Nelle sue tasche sono state trovate monete per un valore complessivo di circa 100 euro.
“Ho sbagliato, perdonatemi”, sembrava voler dire ai Carabinieri l’umile ragazzo mentre procedeva con il capo chino verso il carcere. Pochi lo hanno notato e nessuno lo ha ascoltato.
La decisione del Ministro, che rimane Deputato, più che opportuna, era doverosa dopo il clamore suscitato dal suo coinvolgimento diretto o indiretto, prima ancora che in indagine della Magistratura, in un discutibile modo di rapportarsi, al vertice di un così importante Ministero della Repubblica, con soggetti come Ettore Incalza ed altri, destinatari di recente provvedimento di arresto. Le conversazioni telefoniche, oggetto di intercettazione, la dicono lunga in merito e, nel più ampio quadro emerso, impongono qualche riflessione.
Come si fa in questo caso ad ostentare sicurezza e spavalderia a” Porta a Porta” ed a dire, all’indomani, ai pochi deputati presenti alla Camera “Lascio a testa alta, guardandovi negli occhi”.
Si tratta di testa alta o di faccia tosta?
Per me, comune cittadino, sono altri i riferimenti e gli esempi di uomini che hanno titolo per camminare, per così dire, “a testa alta”. Come non pensare a quanti hanno addirittura lasciato la loro vita “a testa alta”, dal giovane, poco più che ventenne, vice brigadiere dei Carabinieri, SALVO D’ACQUISTO ai tre giovani Carabinieri, martiri di Fiesole nel ’44, ALBERTO LA ROCCA, FULVIO SBARRETTI e VITTORIO MARANDOLA! E come non pensare a tanti altri uomini che hanno attraversato le vicende umane o che quotidianamente ancora le vivono con il volto privo di maschera, ponendosi come silenzioso, fulgido esempio per l’intera umanità!
Sarà pure un linguaggio consono ad un modo di far politica piuttosto comune nell’Italia del nostro tempo, ma Maurizio Lupi che, sbandierando ai quattro venti la sua faccia, lascia “a testa alta” il Governo Renzi, venutosi a trovare in seria difficoltà per i fatti addebitabili al Ministro, non riesco proprio a comprenderlo né a giustificarlo.