Un appello a proposito della sicurezza nelle Scuole.

ALZARE LA GUARDIA !

 di Emanuele Labanchi

Sono particolarmente turbato e triste per la morte di Andrea De Gabriele, studente di 17 anni presso il Liceo scientifico “De Giorgi” di Lecce, e mi sento coinvolto nel dolore e nel lutto per la perdita di una giovane vita sia per il luogo che per il modo in cui si è consumata una evitabile tragedia. Nemmeno trentenne ero già docente di ruolo di Discipline giuridico-economiche presso l’Istituto professionale per il Commercio di Maratea per poi passare all’Istituto professionale di Stato per i Servizi alberghieri e della ristorazione sempre a Maratea e, solo da poco più di un anno, ho lasciato la Scuola dopo tanti anni di servizio. Le mie riflessioni sono, pertanto, frutto di una lunga, diretta esperienza nel mondo scolastico in contatto con ragazzi anche dell’età dello sfortunato Andrea, precipitato senza scampo nel vuoto durante l’ora di lezione di Educazione fisica all’aperto ed in area attrezzata allo scopo. Tutto accade in pochi attimi: un compagno lancia al di là di una transenna il giubbotto di Andrea che, per poterlo riavere, senza pensarci due volte, utilizzando una sedia, scavalca l’ostacolo ed incontra subito la morte precipitando nel vuoto per dieci, quindici metri dopo che l’anomala copertura del vano sottostante non ha retto al suo peso. I compagni, attoniti, lo vedono sparire ed odono un forte tonfo. Ogni aiuto ora è vano. Andrea muore a diciassette anni…. a scuola. Urla di dolore e….silenzio, rotto dagli ormai abitudinari, per me inspiegabili applausi il giorno del funerale.

Ho letto molti commenti, la maggior parte dei quali ha posto l’accento sul “bullo”, o pseudo tale, che ha lanciato il giubbotto al di là della transenna oppure sulla bravata di Andrea, che non ha valutato il pericolo, oppure ancora sulla incapacità dei moderni genitori di educare i loro figli al rispetto delle regole. La competente Procura della Repubblica ha aperto, come si usa dire, un fascicolo ed indaga per omicidio colposo a carico di ignoti, che mi auguro diventino presto noti. Certamente una serie di fattori ha causato il tragico evento e, tuttavia, molti di questi fattori ( il gesto di un “bullo” o pseudo tale, il successivo, incontrollato comportamento di Andrea, il tipo di educazione dell’uno e dell’altro) hanno, a mio parere, una rilevanza solo marginale nel caso di specie di particolare gravità. Ho notato, in verità, pochi commenti con i quali sono state indicate possibili responsabilità della scuola di cui si tratta e che, invece, sempre a mio parere, ne ha tante, anche di tipo penale e quindi personale, da individuare a carico dei vari soggetti preposti alla tutela degli studenti, a maggior ragione se minori di età come Andrea, e soprattutto alla tutela della loro sicurezza in aula, laboratorio, palestra, aree esterne di pertinenza, viaggi di istruzione, ecc., dal momento dell’ingresso a quello di uscita. E’ vero, i ragazzi di oggi sono, per così dire, meno “docili” di quelli di ieri, più distratti, più impulsivi, meno avvezzi al rispetto delle regole e di ciò è consapevole la Scuola che, di conseguenza, deve alzare, non abbassare, la guardia ed altrettanto devono fare i genitori, ciascuno per la parte di competenza. Ma, quando gli studenti sono a scuola, devono pure ritrovarsi in un luogo che possa e debba costituire un esempio nel campo dell’educazione e dell’equilibrato rispetto delle regole con idonea e valida offerta formativa in ambiente nel quale siano integralmente rispettate le chiare e rigide norme vigenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e, quindi, anche nelle aree e locali scolastici.

Ebbene, presso il Liceo scientifico “De Giorgi” a Lecce, Andrea ed i suoi compagni, presumibilmente tutti minori di età, al momento del tragico fatto, stando a quanto fin qui appreso dai mezzi di informazione, sembrano essere stati soli all’aperto nell’ora di Educazione fisica o quanto meno al momento del fatto (e l’insegnante dov’era?) in area immediatamente confinante con altra, estremamente pericolosa, appena recintata da transenna facilmente superabile in assenza di qualsiasi avvertimento o segnale che vietasse categoricamente di scavalcarla a causa della fragilità della copertura del sottostante locale, nel quale è poi precipitato lo studente con volo di dieci, quindici metri. Non era forse il caso di interdire, in attesa della eliminazione del così evidente pericolo, l’uso dell’intera area esterna agli studenti o di guadagnare lo spazio delimitato da una inadeguata transenna-recinzione al normale uso scolastico con realizzazione di idonea copertura che ne garantisse il calpestio in tutta sicurezza sì da evitare ogni rischio o, quanto meno, nelle more, di rendere del tutto impossibile l’accesso a tale spazio, preavvisando comunque i ragazzi, con formali provvedimenti ed idonea segnaletica, della particolare gravità del pericolo così latente, subdolo e prossimo alla loro area-palestra all’aperto. E non era forse il caso che, in presenza dei ragazzi, la vigilanza fosse massima? Niente di tutto ciò si è verificato e, pur essendo possibile un risolutivo intervento preventivo, è prevalsa la logica della superficialità e del “tirare a campare” con la più semplice soluzione della sola bassa transenna, che non ha evitato una tragedia annunciata, poi arrivata, nonostante gli obblighi dalla legge imposti al Dirigente scolastico, al Responsabile della sicurezza ed a quanti preposti alla vigilanza.

Ciao, caro Andrea, Tu non ci sei più. “Sit tibi terra levis” (Che la terra ti sia lieve!).

 Spero che il “bullo” o pseudo tale, tuo compagno, subisca, con il rimorso, anche un severo provvedimento disciplinare ma spero soprattutto che altri, adulti ben più maturi ed ai quali eri affidato in orario scolastico, rispondano, prima che dinanzi a Dio, dinanzi agli uomini e dinanzi alla Tua famiglia, sconvolta dal dolore, della Tua morte in una scuola che sembra aver troppo abbassato la guardia mentre era proprio il caso di alzarla. Ecco, allora, il mio accorato appello di padre ed ex docente, a maggior ragione perché sembrerebbe che il lancio di oggetti al di là della transenna fosse divenuto addirittura un gioco da fare a turno:

ALZARE LA GUARDIA!

Indice