Il caso Piano
degli zingari ad Acquafredda di Maratea
-Quid non mortalia
pectora cogis, auri sacra fames - Virgilio - Seneca
-A cosa non spingi i petti mortali, miserabile cupidigia delloro-
di Emanuele Labanchi
In modo del tutto casuale alcuni anni fa
(il diavolo fa le pentole ma non i coperchi) stata scoperta a Maratea
unassociazione a delinquere, costituita da un funzionario infedele,
responsabile dellarea tecnica del nostro Comune, dalla sua seconda moglie, dal
suo avvocato di fiducia dellepoca e dalla moglie di questultimo.
E
pensare che il nostro Comune si era pienamente fidato dellArchitetto
responsabile dellarea tecnica tanto da conferirgli incarico per la
ricognizione e laffrancazione di tutti i beni comunali gravati da livelli o
usi civici. Proprio durante il periodo di adempimento
di tale incarico si sono poi verificati i fatti descritti, con sottrazione
della propriet al Comune di appetibili terreni con fabbricati ubicati in
posizione panoramica a Piano degli zingari, sottrazione scoperta, per
fortuna, dai soggetti livellari degli stessi terreni.
Per farla breve, alludienza di ieri 20 ottobre, il processo penale,
ancora nella sua fase istruttoria nonostante il tempo trascorso dai fatti, su richiesta del Pubblico Ministero e, non avendo optato gli
imputati per la pur possibile rinuncia alla prescrizione, si concluso con
sentenza di non doversi procedere in ordine a tutti i reati contestati perch
estinti per intervenuta prescrizione.
I quattro imputati avrebbero potuto, a fronte delle gravi accuse,
rinunciare alla prescrizione dei reati con prosieguo del processo per pervenire
alla loro assoluzione, magari con la formula pi ampia possibile, ma si son guardati bene dal farlo anche per evitare il rischio
di una probabile, pesante condanna penale con le connesse conseguenze.
Responsabilit penale a parte, rimangono in tutta la loro gravit i fatti, frutto di evidente infedelt comunale con
apporto di altri che, associandosi e da protagonisti di questa umana e misera
vicenda, miravano allincremento del patrimonio personale in danno di quello
pubblico.
E rimane, purtroppo, per tutte le parti comunque
coinvolte nella vicenda e per la nostra collettivit, una ferita ancora
aperta!