LA LUNGA ATTESA DI VILLA NITTI

di Emanuele Labanchi

Trovo più che opportuna la recente iniziativa cittadina volta a richiamare l’attenzione soprattutto della Regione Basilicata, quale proprietaria, su Villa Nitti perché si proceda finalmente al suo integrale recupero con una destinazione che, valorizzandola, ne consenta quel riutilizzo, di cui lo storico immobile è meritevole.

“È un fascino arcano quello che si percepisce aggirandosi nel parco di Villa Nitti ad Acquafredda di Maratea propiziato forse da un silenzio strano impregnato dal peso della storia e dai drammi della vita”.

Così esordiva il compianto Sergio De Nicola in “Francesco Saverio Nitti –Ricordo di una presenza che ci onora”, pubblicato da “Il Sirino” nel Febbraio 2004, per poi continuare: “Era un luogo, come scrive Giorgio Amendola nel suo volume –Una scelta di vita- di incontro dei grandi intellettuali meridionali che non era restati prigionieri della vecchia pigrizia ed arretratezza meridionale, ma che avevano raggiunto, attraverso la cultura, l’Europa”.

Maratea non può che essere orgogliosa di una tal Villa, scelta quale sua dimora dal grande statista lucano perché divenisse luogo fecondo di studio e di riposo, ora da troppo tempo in lunga e paziente attesa. Il perdurante ed attuale silenzio ha quasi il sapore dell’abbandono, che sicuramente non ci onora e non onora la Basilicata. Per questo faccio mio il contenuto della lettera che segue “Villa Nitti, da luogo del pensiero a luogo dell’offesa”, datata 3 novembre 2014 e trasmessa al Governatore della Regione Basilicata, al Sindaco di Maratea ed alla Stampa.

CHE CESSI L’OFFESA!

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