MARLANE IERI ED OGGI

 di Emanuele Labanchi

 Appariva, agli occhi di tutti, come un luogo pieno di vita lo stabilimento tessile “Marlane” di Praia a Mare mentre, al suo interno e poi anche al suo esterno, già s’insinuava il male che tanto dolore e pianto avrebbe provocato.

 Le tragiche vicende che, di lì a poco, si sarebbero verificate in danno di tanti lavoratori e delle loro famiglie, erano prevedibili ed evitabili?

Purtroppo, quanto nel tempo è accaduto non poteva che lasciare amarezza, costernazione e tanta rabbia soprattutto in chi ha visto spegnersi un familiare o, comunque, una persona cara che in quel luogo andava a “guadagnarsi il pane col sudore della fronte”, pane quasi sempre da dividersi tra tanti.

Non è proprio il caso di dimenticare o, peggio ancora, di tacere.

La perdita del suo papà e di tante altre persone care ha ispirato la poesia/sfogo, “Marlane” del giovane Francesco Laprovitera, frutto di una sua riflessione notturna sui tragici fatti che hanno riguardato la fabbrica di Praia a Mare, “luogo di affanni e ricordi”:

  Marlane

 Sei un blocco di marmo grigio

 Triste e scrostato

 Una struttura che ride

 E fissa impettita

 Il bianco cimitero che innanzi si erge

 In linea d’aria il passo è breve

 E con la Lini & Lane

 Rappresenti il triangolo della tristezza

 E della nostra più grande decadenza

 

 Marlane

 Sei un letamaio di rifiuti

 Che nessuno mai si prenderà la briga di liberare

 Troppo presi nella vischiosa melma

 Che è la flaccida burocrazia italiana

 Mentre noialtri affoghiamo nel mare indifferente di nubi e polveri

 Che svolazzano nell’aere

 E che danzanti e festose ci avvolgono

 

 Marlane

 Sei luogo di affanni e ricordi

 L’orgoglio di dirigenti, politici, lecchini e tirapiedi

 Che inermi hanno osservato i loro sottoposti morire

 Pur di scalare la hit parade degli stipendi

 E che ancora oggi difendono la loro troppa pulita dignità

 Troppo presi a imbrattarsi le mani nella sporca ciotola della loro coscienza

 Che dovranno scontare di fonte a Dio, se esiste

 E troppo intenti a spostare la produzione in luoghi

 Dove una vita umana vale ancora meno

 

 So talmente poco che mi vien voglia di parlare

 Non smettete mai di pregare

 So talmente tanto che mi vien voglia di tacere

 Non smettete mai di piangere

 

 Stipendio sicuro è miseria sicura

 Stipendio sicuro è morte sicura

 

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