Grazie a Mimmo Esposito
CON RAFFAELE GINNARI TRA STORIA E ROMANZO
di Emanuele Labanchi
A Maratea è più famoso il nipote di Raffaele Ginnari, di nome Casimiro, divenuto Cardinale, il cui padre, Nicola, fu ritenuto dalla polizia borbonica capo della Carboneria di Maratea e già il nonno del Cardinale era stato uno dei promotori della rivoluzione repubblicana del 1799.
Poco rimane invece, pur essendo stato un patriota italiano, di RAFFAELE GINNARI, nato a Maratea da Casimiro e Vincenza Marotta il 20 maggio 1799 e morto a Lagonegro il 3 febbraio 1865, di idee mazziniane. Fece parte delle società carbonare e nel 1828 partecipò alle rivolte cilentane per essere poi fautore dei moti calabresi del 1848. Si arruolò nei “Cavalieri della Morte”, comandati da COSTABILE CARDUCCI. Insieme a questi ed ai suoi compagni fu protagonista dello sbarco ad Acquafredda del 4 luglio 1848 e, diversamente dal Carducci, riuscì a sfuggire alla cattura e a scappare sino a Cersuta. Costabile Carducci, catturato, fu poi ucciso. Raffaele, arrestato nel
Raffaele era, dunque, zio del Cardinale Casimiro Gennari, e la sua famiglia paterna era composta da noti carbonari e patrioti risorgimentali, che hanno scritto pagine di storia “locale e minore”, assolutamente degna di essere ricordata e trasmessa alle generazioni future.
In questa direzione va il libro di Mimmo Esposito, napoletano di nascita ma marateota di adozione,
“UNO DEI TANTI - Raffaele Ginnari, patriota di Maratea - Guida editori -,
recentemente presentato presso il Centro culturale “Josè Mario Cernicchiaro”, dove l’autore, persona semplice, schiva e determinata, visibilmente emozionato, ha reso palpabile il suo grande amore per la sua terra, per Napoli e Maratea con la sua prima prova letteraria, dedicata alle peripezie di Don Raffaele, uno dei tanti patrioti ignoti del Risorgimento, nato proprio a Maratea, allora piccolo borgo del Regno delle Due Sicilie.
Poca è la documentazione storica rintracciata e consultata da Mimmo, e non poteva essere diversamente, ma grandi sono la sua passione e la sua sensibilità, con le quali, tra storia e fantasia, riesce a far rivivere Raffaelle Ginnari, tanto che a me, durante la lettura, è successo ad un certo momento e più volte di sentirmi e vedermi al fianco del patriota in quegli anni così lontani, proprio come un cittadino qualunque, specialmente nel leggere la libera ricostruzione dei tragici fatti di Acquafredda e della morte di Costabile Carducci.
Si tratta di una libera ricostruzione di fatti realmente accaduti e, tuttavia, relegati in una pagina minore e poco conosciuta della nascita dell’Unità d’Italia.
Mimmo Esposito ha aperto questa pagina, appena leggibile, ed ampliandola magistralmente, ne ha estratto vicende umane, dalle quali trarre esempio ed insegnamento e valori cui ispirarsi.