Dal libro di Sergio De Nicola:
Maratea … parliamone ancora
Storia di fede e di un voto
ha 50 anni la cappella della Madonna di
Fatima
Il 4
settembre 1949, tra le balze collinose del rione Santa Caterina di Maratea, in
un tripudio di popolo e di fedeli, Mons. Federico
Pezzullo, Vescovo di Policastro con i parroci del comune: Mons.
Domenico Damiano, Don Gaetano Santoro e Don Ernesto Carletto, consacravano al culto una cappella votiva, verosimilmente
la prima in Italia, dedicata alla Madonna del Rosario di Fatima.
Un luogo sacro, questo, che - come si legge in un manifesto dell’epoca
- è sorto per tramandare alle genti che verranno il ricordo delle ansie e delle
trepidazioni di tutto il popolo di Maratea che, miracolosamente scampato all’ immane flagello della guerra, esulta ed osanna elevando
alla Madre Celeste le sue ardenti benedizioni e il più sincero ringraziamento.
Vivo è infatti all’epoca il ricordo delle ore terribili trascorse,
specialmente nei giorni 16, 27 agosto e 8 settembre, quando alla triste visione delle paurose squadre aeree
distruttrici che seminavano bombe nei paesi vicini, bambini piangenti e
vecchi tremanti fuggivano spauriti dalle case per nascondersi nelle grotte o in
ricoveri improvvisati.
Fu proprio
in quelle ore che
Quasi che
Il Parroco
di San Biagio, Don Domenico Damiano, infatti, che era già a conoscenza del
voto fatto dalla sig.na Iannini, si adoperò subito per
il reperimento di un’area più opportuna e meno decentrata per la sua
costruzione, area che fu resa disponibile gratuitamente dalla sig.ra Assunta
Damiano ved. Schettini che vedeva così concretizzarsi il sogno del suo figliolo Domenico, emigrato
in America, il quale più volte aveva manifestato alla madre il desiderio di
edificare, in un angolo della loro proprietà, una cappella dedicata alla
Madonna del Rosario.
Nel contempo la sig.na Iannini iniziava a raccogliere i fondi per la realizzazione
di tale progetto incontrando la solidarietà dei concittadini residenti e di
quelli emigrati in America Latina. Rivoltasi, poi, a SS. Pio XII°
otteneva, con la paterna benedizione, un obolo di lire 5Omila.
Al comm. Biagio Vitolo si deve il progetto e la realizzazione
dell’opera, non pretese pagamenti esosi ed immediati, accontentandosi di
ricevere quanto pattuito man mano che se ne avevano le disponibilità.
Il pittore
Mariano Lanziani di Lauria in un pregevole dipinto
raffigurò l’apparizione della Madonna ai tre pastorelli, tale dipinto
gravemente deterioratosi nel tempo, fu completamente rifatto nel 1967 dal
Maestro Emilio Larocca di Trecchina, autore anche -
sempre su commissione della sig. Iannini - di due
artistici dipinti, raffiguranti Giacinta e Francesco, dei quali si è in
procinto di festeggiare la beatificazione, e di essere collocati nell’interno.
All’attuale
Parroco, poi, Padre Gennaro Pacelli si deve l’abbattimento del vecchio altare e
la costruzione di uno nuovo, secondo i canoni liturgici e un riordino dell’area
circostante il tempietto.
Maratea
- diceva P. E. Iannini
nel giorno della consacrazione della chiesetta - dovrà tutelare quest’altare, che possiamo chiamare del trionfo della
gratitudine e della pace, con speciale privilegio ed imperituro amore ben
ricordando il perché fu costruito e ben comprendendo ogni nostra morale
responsabilità per abbellirlo e farlo splendere su questa pittoresca collina
lucana.
Queste attenzioni nel tempo, rivolte alla cura di tale cappelletta e lo stringersi sempre più intorno ad essa, in atto di fede della comunità del luogo e di Maratea tutta, concretizzano quanto auspicato durante la cerimonia di consacrazione nel lontano 1949.
In questo anno in cui il rombo degli aerei ha tormentato l’Adriatico, portando distruzione, terrore e morte e tanti focolai di guerra turbano il globo, ci rivolgiamo nuovamente alla divina Signora di Fatima, affinché protegga l’umanità e con essa quest’angolo di terra lucana con l’invocazione del poeta Iannini che una volta si leggeva sul cornicione della cappella:
Da questo fulgore montano agreste
da questa collina sul mare del golfo
difendici sempre o Mamma celeste
Da “Il Sirino”Maggio 2000