Francischinu
di Aldo Fiorenzano
Non a caso il suo migliore amico era il “Vaccaru” marinaio del porto che già dal soprannome meglio rispecchiava quella che è stata la sua vita. Una vita dedicata con eguale amore e passione sia al mare che alla terra.
Franciscinu, Fissinella, Feltrinelli, comunque lo chiamavamo, rispondeva ad un personaggio davvero singolare…. Una miscela fatta di eccessi di nervi, di amore, di passioni, di bontà, di altruismo che spesso sfiorava la follia.
Sto scrivendo di lui col sorriso sulle labbra, tante sono le cose che mi vengono in mente e che scompaiono, che voglio e non voglio raccontare… mi sembra di profanare una intimità e non riesco a capire o immaginare se a lui avesse fatto piacere leggere quello che sto dicendo.
Vado un po’ a ritroso…. Mi sgridò perché avevo portato delle alici appena pescate sia a lui che a sua madre perché, non sentendosi bene, non avrebbe potuto ricambiare la cortesia…. Non ricordava più i pomodori, le albicocche, i limoni, le insalate appena raccolte che trovavo appesi alla mia porta la mattina quando uscivo. Pomodori rosa enormi coltivati da lui nella “ Chiana” dal sapore indescrivibile… Per tanti anni mi ha aspettato al porto la mattina verso le sette per venire a Fiumicello al bar per comprare le sigarette e mai mi ha fatto pagare il caffè, era sempre lui ad offrire con insistenza.
Francisca i Za' Rita, sua madre, ora una giovane ultranovantenne, ha provato per l’intera esistenza a mettere ordine nella sua vita, con scarsi risultati…
Francischinu
non sopportava le regole e…. ora partiva per l’America
a trovare i suoi parenti, ora comprava le pecore e vendeva la barca, ora
ricomprava la barca e vendeva le pecore, ora sponsorizzava l’orologio del
campanile della Chiesa del Porto, ora incantava
Quando partiva per l’America si premurava di trovare i prodotti migliori da portare ai parenti che gli volevano un sacco di bene e, da un lato lo ringraziavano perché faceva respirare loro l’aria di Maratea e risentire i migliori sapori, dall’altro lo sgridavano consapevoli delle notevoli spese di viaggio che affrontava. Ogni tanto andava a Milano a trovare il fratello e i nipoti che lì risiedono e anche loro portava sempre il meglio dei salami che faceva fare di proposito a Massa e anche a Milano, nonostante il grande affetto da cui era circondato, non resisteva più di qualche giorno e ritornava entusiasta del viaggio ma con qualche nuova idea che gli frullava per la testa, ora marina, ora terrestre.
Devotissimo sia della Madonna di Porto Salvo che di San Biagio intratteneva con Loro un rapporto sempre dialettico…
I pesci che pescava spesso li regalava ai marinai e agli amici, non se la sentiva di farsi pagare così pure coi prodotti dell’orto, ne regalava tanti ai suoi amici e qualcuno ci marciava pure, approfittando della sua bontà, la madre era spesso contrariata in quanto non riusciva a fargli capire che almeno le spese vive bisognava recuperarle.
Non nutriva molta fiducia nella medicina e, anche nella
cura della
sua salute, non rispettava alcuna regola, ultimamente era ingrassato
notevolmente e vane sono stati i tentativi che tutta la famiglia faceva per
indurlo a fare gli accertamenti per controllare la glicemia, la pressione ed il colesterolo. Nonostante avesse avuto
avvisaglia di malessere lui ha scelto di continuare
per la sua strada, coerente col suo modo di vivere. Purtroppo l’ultimo
malessere gli è stato fatale e nemmeno il soccorso con l’eliambulanza
è riuscito a condurlo in ospedale in tempo per poterlo salvare. Il dolore, non
solo della sua famiglia, ma dell’intera comunità è stato tanto, consapevoli
tutti di aver perso una persona singolare che ha lasciato un vuoto notevole
nella nostra piccola comunità. Osservando, nonostante la grande
tristezza di cui ero pervaso, i tanti partecipanti al rito funebre, mi sono
compiaciuto nel vedere, con eguale partecipazione, gente di terra e gente di
mare…..