Dal libro di Sergio De Nicola:
Maratea … parliamone ancora
Virginia Centurione Bracelli
una Santa di casa nostra
I1 18 maggio sarà proclamata
santa Virginia Centurione Bracelli, nata a Genova il 2 aprile 1587.
Le suore, figlie di nostra
Signora al Monte Calvario, ordine da Lei fondato, hanno, infatti, con impegno e
nel Suo spirito, segnato la vita delle nostre comunità, grazie ad un’opera di
educazione, di riscatto sociale e di assistenza che, dall’inizio del ‘900, hanno svolto sul territorio.
Esse giunsero a Maratea nel 1907 diversificando
la loro attività, in località Cappuccini, all’assistenza ai bambini orfani e
bisognosi, nel locale ospedale dedicandosi all’assistenza morale e fisica degli
infermi e nell’attuale istituto De Pino
Matrone Iannini formando culturalmente intere
generazioni di ragazze che, inseritesi nel mondo della scuola, hanno
contribuito ad educare e ad avviare alla cultura una massa considerevole di
bambini. Nè nelle loro comunità veniva
disdegnata l’educazione ad attività artigianali quali ricamo e cucito, creando,
per tante altre ragazze, opportunità di lavoro da svolgere nell’intimo delle
loro famiglie.
La stessa opera educatrice di
formazione e di assistenza venne e viene svolta dalle
suore che iniziarono la loro opera a Lagonegro nel
Le suore di Nostra Signora al
Monte Calvario hanno rappresentato, dunque, nella nostra zona, un’opportunità concreta
di emancipazione specialmente del mondo femminile in anni in cui tale problema
era poco avvertito a livello nazionale e in particolar modo nelle aree depresse
del sud.
Ciò in piena conformità con
l’opera della fondatrice che, rimasta vedova in giovane età, si dedicò
completamente prima all’educazione e alla sistemazione matrimoniale delle due
figlie, poi ad una articolata opera di carità tra i
poveri nei vari borghi della sua città.
Virginia
svolse tale opera con una strategia e pragmaticità
quasi scientifica, avendo individuato con chiarezza gli obbiettivi
da raggiungere.
Ella
divise la città in settori affidati a sue collaboratrici per censire i bisogni
ed individuare, così, caso per caso, le varie tipologie di intervento.
Al Monte Calvario, poi, raccolse
ragazze povere, sfruttate, abbandonate, vendute come schiave dando ad esse, con l’amore del Suo cuore e col Suo denaro,
fiducia, dignità, opportunità di apprendimento, valori atti a farle ritornare
sicure e libere nella loro città.
Quanta attualità in queste
opere!
Proprio di questa peculiare
visione del donarsi, il 5 aprile
scorso, il Rev. Padre Franco Stano ha
ricordato
La comunità delle suore di
Nostra Signora al Monte Calvario di Maratea hanno voluto
ricordare, insieme al consiglio di amministrazione dell’Istituto De Pino
(Biagio Vitolo, Francesco Billari, Francesco Brando,
Suor Maria Norberta Minerva, Padre Stano) la loro fondatrice proprio a Maratea
città che per prima li ospitò e dove tante suore rivivono nel ricordo di gran
parte dei cittadini.
La madre vicaria, Suor Maria
Margherita Carboni, nel ringraziare il folto pubblico per aver partecipato, ha
riaffermato che le suore saranno sempre presenti dovunque sia povertà, dolore e
in tutti i calvari della vita.
Esprimiamo da queste colonne
l’augurio alle comunità di suore, che operano nel lagonegrese e nel mondo, di
saper sempre leggere i tempi e operare con quel concreto spirito di carità che
ha caratterizzato la vita della loro fondatrice.
Da “Il Sirino” Aprile 2003