Dal
libro di Sergio De Nicola:
Maratea
É parliamone ancora
Maratea:
tra fede e arte
Sottratta allĠoblio del tempo e alla polvere di oscuri ambienti
rivive, grazie alle mani di Luigi Pastorino, unĠantica iconografia religiosa,
patrimonio della cultura; con essa si arricchisce e si rinnova la storia
dellĠarte e delle immagini di cui tanto ricca la terra lucana e di
Maratea.
Si
tratta di una iconografia religiosa, diffusa nella
zona nella seconda met dellĠOttocento, e poi caduta in oblio. Su un vetro
dipinto dal retro totalmente a mano, a fondo nero, si staglia la figura di un
santo o si delinea una immagine biblica; quivi
lĠumanizzazione del tutto risponde a quei canoni teologico-didascalici che
tramite lĠespressivit delle immagini, care in certi periodi alla Chiesa,
vogliono suscitare nuovi moti di fede e di religiosit.
Che
il volto e le mani dei santi raffigurati non siano dipinti, ma siano delle
trasposizioni da stampe, non toglie nulla allo svilupparsi dellĠimmagine, anzi
tende a conferire un maggiore senso di tridimensionalit che si accentua con i
ricchi drappeggi che lĠocchio continua ad
immaginare quando gradualmente questi sfumano sul fondo nero del vetro, proprio
per il gioco di luci e di prospettive che vengono a crearsi, sia per la
sfumatura dei
colori, sia per la scomposizione dei fasci di luce che colpiscono
il quadro, conseguente allĠeffetto che la carta argentata, posta dietro la
pittura, viene a creare.
NellĠombra
delle vecchie case, al tremore di una lucerna ad olio,
oggi come ieri, il luccichio dei colori e il brillare dellĠoro genera
unĠatmosfera di sacralit che si ravviva e si confonde con lo spirito
dellĠorante incarnandone i sentimenti e le esigenze. é stato scritto che tali
opere sono a met strada tra il collage, lĠicona e la vetrata, ai confini fra
lĠarte e lĠartigianato. Proprio la difficile collocazione
di questĠarte antica, oggi ripresa, ne evidenzia lĠoriginalit e si deve
allĠestro di Pastorino se essa ritorna a risplendere e a suscitare
quellĠinteresse che senza dubbio merita.
Tali
opere infatti, esposte alla Mostra dei 100 comuni,
allestita nel 1987 nelle sale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
in Roma, hanno fatto bella mostra di s, attirando lĠattenzione, tra lĠaltro,
del Direttore Generale dei Beni Culturali, prof. Dott. Francesco Sisinni, che c6s si esprime in una lettera inviata
allĠautore: ... Tra le varie testimonianze di tanta
crescita sociale e civile, particolarmente ammirate sono state le Sue opere.
Le
immagini riprodotte rispettano il filone devozionale
della gente del luogo, ne ricostruiscono quindi la storia nella fede, divenendo
anche mezzo fertile per un ulteriore arricchimento di quella spiritualit,
che attraverso le immagini, nei secoli, ha trovato alimento. Da
qui lĠimportanza dellĠopera di Luigi Pastorino e lĠevento culturale della sua
riscoperta.
Da ÒSan GerardoÓ Novembre 1990