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La Chiesa del Rosario
Il suo nome originario «Madonna della Misericordia» è scomparso nell’uso popolare, infatti viene comunemente chiamata Madonna del Rosario. Nel passato, si è chiamata anche Santa Maria della Consolazione. Il complesso architettonico sorge in Piazza Europa, al Largo Monastero. La chiesa in origine aveva una facciata a capanna, movimentata da un semplice portico sorretto da colonne in pietra. Successivamente, in epoca moderna, su questo è stato realizzato un corpo di fabbrica che ha occultato il resto della facciata fino all’altezza del rosone, rimasto in parte nascosto e ora recuperato. La cupola, ritmata all’esterno da corsi orizzontali di tegole che, costituendo una serie di anelli a rastremazioni successive, alterano il profilo dell’estradosso, si conclude con una piccola guglia che ci ricorda vagamente una tipologia bizantina che si individua anche nella struttura del campanile. La chiesa a pianta rettangolare, alle cui estremità si aprono due cappelle, è a navata unica, le pareti sono ricche di abbondanti decorazioni barocche e stucchi bianchi del XVII secolo, eseguiti ad opera dei Frati Osservanti. L’interno è arricchito da figure, a basso e alto rilievo, da angeli, cartocci, drappeggi ed altri pannelli decorativi. Va sottolineata infine la maggiore ampiezza delle nicchie del lato destro, corrispondente alla prima e sesta campata rispetto alle restanti; pertanto è possibile ipotizzare che la chiesa fosse in origine ad una navata con navatella laterale, e successivamente modificata, opinione derivata dal fatto che la decorazione plastica della parete destra mostra una certa semplificazione formale rispetto a quella sinistra. Ulteriore trasformazione ha ricevuto la copertura della chiesa, in origine a capriate scoperte, realizzata poi in piano nel 1966 dal Genio Civile. Interessanti alcune opere artistiche in essa contenute; una tela del ‘500 raffigurante La Madonna del Soccorso con Santi di ignoto pittore meridionale del XVI secolo; un dipinto su tela del XVI secolo raffigurante la Vergine e il Miracolo di Soriano, opera di ignoto pittore meridionale; i dipinti su tavola raffiguranti Storie e miracoli di San Francesco di Sales del XVI-XVII secolo, opera di ignoto pittore meridionale; un’importante tavola del XVI secolo, intitolata alla Madonna dei Misteri del Rosario è opera d’un pittore di scuola napoletana. Risalgono al ‘600 il dipinto su tela raffigurante Beato Francescano e il dipinto denominato La Porziuncola di San Francesco dal soggetto che lo rappresenta, commissionato, come è scritto sulla tela, «dagli artigiani di Maratea e Napoli» al pittore Joseph Trombadore che lo firmò nel 1678; la statua della Madonna del Carmine in alabastro datata 1695, opera di ignoto scultore meridionale; la scultura di Cristo in Croce in legno intagliato e dipinto di buona fattura, opera di ignoto scultore lucano del XVII secolo; il coro ligneo che risale ai primi del ‘600, opera di intagliatori lucani; l’organo, in legno dipinto dorato e stagno, di ignoto artigiano lucano; una scultura raffigurante Sant’Antonio di Padova, opera di ignoto scultore lucano; una scultura raffigurante San Francesco d’Assisi, in legno dipinto, opera di ignoto scultore lucano. Di notevole pregio è anche la produzione artistica del ‘700, come il dipinto su tela della Madonna con San Crispino e San Crispiniano, opera di ignoto pittore napoletano; la rappresentazione della Madonna Addolorata, dipinta nel 1730 e attribuita ad un allievo del Solimena, il pittore Andrea D’Aste; il dipinto raffigurante San Vito, Santa Teresa e un Angelo, olio su tela, opera di ignoto pittore lucano; gli affreschi con i Quattro Evangelisti, eseguiti nel 1721 da Angelo Galtieri da Mormanno, che decorano l’intradosso della cupola; il dipinto su tela che raffigura la Vita della Madonna, firmato da Domenico Supica; la tela della Madonna del Carmine con Santi di Matteo Simonelli, allievo della scuola di Luca Giordano; due dipinti su tela di Santa Caterina da Bologna e Santa Chiara, opere di un artista locale, il Casadoglio, eseguite nel 1715; una rappresentazione del XVIII secolo dell’Assunta fra San Francesco e San Biagio di Gaetano Cusati; un busto in legno dipinto raffigurante San Francesco, opera di ignoto scultore lucano e una scultura in legno raffigurante San Pasquale di Baylon, opera di ignoto scultore napoletano; una scultura raffigurante Santa Francesca di Chantall, in legno intagliato e dipinto (datata 1754), firmata Gennaro Colucci; una scultura raffigurante San Francesco di Sales, in legno, opera di ignoto scultore lucano. Infine sono degni di nota le pietre tombali che raffigurano gli stemmi delle più antiche famiglie nobili di Maratea: i Ventapane, i Ginnari e i Giordano. Di particolare interesse storico è la lapide che riproduce lo stemma con le tre torri di Maratea, che reca la data del 1575. | |
invia le tue osservazioni a Biagio Calderano Via Piedi li Cirasi 7 85046 Maratea (Italy) +39 339 1274109 ultima modifica 29/09/2009 |